Lo scandalo Chiara Ferragni ha conseguenze in Italia

Pubblicità d'influenza ingannevole


Lo scandalo Chiara Ferragni ha conseguenze in Italia

Chiara Ferragni vuole raccogliere donazioni per un servizio oncologico infantile vendendo dolci natalizi. Ma l’ospedale non riceve un centesimo dall’influencer italiana. Lo scandalo arriva ora al governo di Roma. Arriva adesso la “legge Ferragni”?

Lo scandalo che circonda la più famosa influencer italiana Chiara Ferragni continua ad espandersi e ora raggiunge la politica. Di fronte alle accuse di concorrenza sleale legate a presunte azioni di beneficenza contro la Ferragni, il governo italiano vuole garantire maggiore trasparenza in questi casi. Il gabinetto del presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha concordato regole e controlli più severi per le attività commerciali a scopo di beneficenza.

Dalla fine dello scorso anno, la Ferragni è stata al centro di uno scandalo riguardante la pubblicità ingannevole dei prodotti che promuove. Si dice che la donna di 36 anni sia diventata personalmente ricca vendendo dolci natalizi per una cosiddetta buona causa. Ha detto che avrebbe donato gran parte dei profitti a un servizio contro il cancro infantile. Tuttavia, l’ospedale non ha ricevuto un centesimo da lei. Ora la Procura della Repubblica apre un'indagine. Tuttavia, permangono dubbi anche sull'approccio adottato nei confronti di altri prodotti pubblicizzati che hanno una buona causa.

Per i prodotti i cui profitti sono destinati a scopi di beneficenza, lo scopo della donazione e il destinatario della donazione devono ora essere indicati in modo trasparente e chiaro. Inoltre dovrà essere indicato l'importo esatto o la quota destinata a scopi di beneficenza, come previsto nel disegno di legge approvato dal Governo di Roma. Le violazioni sono punite con sanzioni da 5.000 a 50.000 euro.

Novità è anche che dovrà essere comunicato all'Antitrust il termine entro il quale la somma da donare. Sebbene il caso Ferragni non sia mai stato citato dai politici del governo per giustificare il nuovo disegno di legge, il loro piano è visto come una risposta ad esso. Sui media si parla addirittura di “legge Ferragni”.

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Alberto Gabriele

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