L’Italia è pronta a uscire dalla “Nuova Via della Seta” e continua a corteggiare Pechino – EURACTIV.com

Lunedì il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha visitato la Cina per ” rafforzare i rapporti commerciali tra i due paesi mentre l’Italia si prepara a ritirarsi dalle “Nuove Vie della Seta”.

Anche se abbiamo opinioni diverse su alcune questioni e non abbiamo raggiunto i risultati attesi con queste “Nuove Vie della Seta”, vogliamo rafforzare le relazioni commerciali con la Cina, che è uno dei nostri principali interlocutori, e crediamo che possa anche svolgere un ruolo ruolo importante i colloqui di pace in Ucraina ha detto il signor Tajani.

L’Italia è l’unico Paese del G7 ad aver partecipato alle “Nuove Vie della Seta”, un’iniziativa strategica lanciata da Pechino nel 2013 per rafforzare la propria presenza economica internazionale.

Ma dopo i risultati, classificati come deludenti, il governo di Giorgia Meloni si prepara sicuramente ad annunciare che non intende rinnovare questo partenariato, che dovrà ripartire automaticamente nel marzo 2024 per cinque anni.

I partiti membri della coalizione di governo italiana – il partito postfascista Fratelli d’Italia della Dott.ssa Meloni, i curatori di Forza Italiaa cui appartiene Tajani e il movimento di estrema destra Lega – hanno più volte espresso dubbi su tale partenariato, senza però esprimere un parere concreto su una possibile proroga.

Ciò non significa che le relazioni diplomatiche tra questi due paesi siano giunte a un punto morto. Lunedì Tajani insieme al suo omologo cinese Wang Yi ha presieduto l’undicesima riunione plenaria del Comitato intergovernativo Italia-Cina, la prima dal 2020.

Grazie agli sforzi di entrambi i paesi, le relazioni bilaterali si sono sviluppate bene. contatti tra [responsables politiques chinois et italiens] Stabilire la direzione delle relazioni e rafforzare la fiducia reciproca Il signor Yi ha detto, sottolineando che ” due grandi potenze economiche » dedicarsi « rafforzare e approfondire » la vostra partnership strategica.

La Cina è disposta a importare più prodotti italiani […] e le imprese italiane che desiderano investire in Cina offrano misure concrete per facilitarlo. In cambio, ci auguriamo che i nostri colleghi italiani possano creare un ambiente imprenditoriale equo, trasparente, aperto e non discriminatorio per le aziende cinesi. “, Ha aggiunto.

È quanto ha detto recentemente la Meloni al quotidiano finanziario Il Sole 24 ore che non prevedeva alcuna restrizione nei rapporti bilaterali con la Cina:” I rapporti tra Roma e Pechino sono antichi [et] non solo negli affari “, Lei disse.

[Traduit et édité par Théo Bourgery-Gonse]

Alberto Gabriele

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