Pubblicato il 19 giugno 2018
Aggiornato il 27 settembre 2023
Questo è stato l'evento degli ultimi giorni. Nel giro di 24 ore, il marchio Bottega Veneta, parte del gruppo Kering, ha annunciato la partenza del suo direttore artistico da 17 anni Tomas Maier e il contemporaneo arrivo di Daniel Lee, nome sconosciuto al grande pubblico. Questa decisione arriva in un momento in cui il marchio italiano è in una fase di calma. Mitigata da un calo della domanda cinese tra il 2015 e il 2016, l’anno scorso l’azienda ha registrato solo un leggero aumento della sua curva di crescita. Per alcuni esperti, questo declino è legato alla mancanza di innovazione, rinnovamento creativo e ispirazione moderna, fattori chiave per attirare l’attenzione dei giovani clienti che bramano la moda e il lusso ultra-connesso. Per superare questa svolta, Bottega Veneta ha affidato la gestione della creazione al giovane inglese di 32 anni, la cui esperienza rivela un know-how altamente desiderabile.
Diplomato alla famosa Central Saint Martins School di Londra, il giovane si è fatto un nome presso Maison Margiela e Balenciaga prima di essere nominato direttore del design prêt-à-porter da Céline nel 2012 insieme a Phoebe Philo. “Sono estremamente onorato ed entusiasta di portare avanti l’eredità costruita in questi cinque decenni in Bottega Veneta. Pur preservando i codici che definiscono l’identità, l’artigianalità, la qualità e la raffinatezza della casa, non vedo l’ora di contribuire al suo sviluppo portando una nuova prospettiva e la mia visione della modernità”. Lo ha detto Daniel Lee in un comunicato stampa annunciando la sua nomina. Non ancora annunciata, la prima sfilata dello stilista avrà luogo tra pochi mesi e segnerà l'inizio di una nuova era.
Campagna di seduzione per millennials
Il brand veneto, noto per l'artigianalità e il know-how nella realizzazione dei suoi prodotti, cambia quindi rotta per dare impulso alla sua crescita. Una strategia che ha già dato prova di sé presso Kering. In particolare, nel 2015, il brand ha aperto un nuovo capitolo di grande successo con Gucci nominando Alessandro Michele, allora giovane designer ormai sconosciuto al grande pubblico. Combinando il lusso discreto dell'artigiano della pelle con i desideri di una nuova clientela, Daniel Lee è riuscito ad allineare i suoi violini ad altri grandi nomi del lusso come Balenciaga o Gucci. Una seduzione pensata per stuzzicare il desiderio dei millennials e fortemente voluta dai manager di Kering, che pochi giorni fa hanno annunciato gli ambiziosi obiettivi del gruppo di diventare uno dei più redditizi al mondo nel settore del lusso. Una scommessa per Daniel Lee che forse lo porterà al rango di designer di punta delle giovani generazioni come Demna Gvasalia o Alessandro Michele.
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