La Regione Alvernia-Rodano-Alpi è pronto a mettere a disposizione “13 milioni di euro, circa un terzo di quanto si aspetta dai Comuni”, per finanziare gli studi sul tracciato la linea Lione-Torino. Lo ha spiegato giovedì Laurent Wauquiez nel Delfinato Liberé. Ha invitato le città ambientaliste di Lione e Grenoble, che hanno rifiutato il progetto, a dare il proprio contributo.
Questi studi operativi contribuiranno a determinare il budget e il tracciato definitivo dei binari tra Lione e Saint-Jean-de-Maurienne. Secondo il presidente della regione, il loro importo totale ammonta a “150-170 milioni di euro”.
Solo da parte francese il carico di lavoro ammonta a 10-15 miliardi di euro e il 50% sarà finanziato dall’Unione Europea. Tre miliardi sarebbero a carico dello Stato, il resto ai Comuni.
La tratta Lione-Torino, un progetto controverso
Il gestore del progetto Telt difende una nuova linea ferroviaria che “svuoterà le strade alpine di un milione di camion e ridurrà le emissioni di gas serra di circa un milione di tonnellate di carbonio all’anno”. L’equivalente di CO2. » Gli ingorghi e l’inquinamento legato al traffico stradale sono un problema quotidiano nella valle, mentre il Traforo del Monte Bianco è chiuso per due mesi.
Gli oppositori della Lione-Torino denunciano un progetto “faraonico” e “dannoso” per l’ambiente, la biodiversità e le risorse idriche. A metà giugno, migliaia di manifestanti dell’Insurrezione della Terra si sono riuniti a Saint-Jean-de-Maurienne sul versante francese per protestare, unendosi alla lunga lotta del movimento No Tav sul versante italiano. Molti ambientalisti eletti, come i sindaci di Lione e Grenoble, hanno invece suggerito di modernizzare lo storico percorso che si snoda attraverso le Alpi, affermando che è sottoutilizzato e sufficiente per accogliere l’attuale traffico merci.
Nel Delfinato, Laurent Wauquiez sostiene che i residenti “sono favorevoli al 78% alla Lione-Torino” e difende il “progresso ambientale” che questa nuova linea ferroviaria rappresenterà.