IOI politici italiani di destra, come i politici dell’AfD in Germania, non esitano a ricorrere a provocazioni verbali e agitazioni. Tuttavia tu stesso – anche questo è un parallelo – sei sensibile quando viene data una risposta mirata. Giovedì scorso il tribunale romano ha condannato lo scrittore, giornalista ed esperto di mafia Roberto Saviano a una multa di 1.000 euro per insulto. Il premier italiano Giorgia Meloni lo ha querelato.
L’occasione è stata una dichiarazione di Saviano nel talk show “Piazzapulita” del dicembre 2020. All’epoca Giorgia Meloni era ancora deputata del suo partito, i “Fratelli d’Italia” postfascisti. Il talk show si è concentrato sulla politica migratoria italiana. È stato proiettato un film solista che descrive la tragedia di un naufragio dei profughi della ONG Open Arms: il figlio di un rifugiato guineano, Yusuf, che aveva solo pochi mesi, cadde in mare e morì tra le braccia della madre.
Le barche dei rifugiati sono soprannominate “taxi marittimi”.
All’epoca, la destra italiana, guidata da Matteo Salvini e Giorgia Meloni, polemizzò massicciamente contro l’arrivo dei migranti e descrisse le barche dei rifugiati come “taxi del mare” e “navi pirata che dovevano essere affondate”. Dopo il cortometraggio Saviano, visibilmente commosso, ha ricordato queste espressioni e ha dato libero sfogo alla sua indignazione. Ha chiamato Salvini e Meloni “Bastardi”. Disse: “Bastardi, come avete potuto? Come posso descrivere tutto questo dolore con queste parole? È legittimo avere un’opinione politica, ma non in una situazione di emergenza.”
La Meloni ha quindi sporto denuncia penale. A sporgere denuncia è stato il suo avvocato di allora, Andrea Delmastro Delle Vedove, oggi sottosegretario alla Giustizia alla Giustizia. La Meloni non se l’è ripresa dopo essere diventata premier un anno fa, a settembre. Nel corso del processo, iniziato nel novembre 2021, la Meloni non si è mai presentata in tribunale di persona e anche questa volta è rimasta lontana dall’udienza.
Un centinaio di sostenitori di Saviano, tra cui una delegazione del PEN, la scrittrice italiana Chiara Valerio e gli scrittori Sandro Veronesi ed Erri de Luca, si sono riuniti lì giovedì e hanno accettato di presenziare all’udienza finale, durata ben cinque ore: c’erano solo un manciata di posti disponibili per gli spettatori nella piccola aula. Nella precedente udienza, a giugno, Saviano era accompagnato dalla sua collega e amica intima, la scrittrice Michela Murgia, che, come Saviano, è stata a lungo nel mirino della destra fino alla sua morte per cancro in agosto.