“Molto soddisfatta” dopo la sfida di esibirsi in 24 ore in tre città del mondo per i suoi 30 anni di carriera, da New York a Milano passando per Madrid, l’italiana Laura Pausini continua a festeggiare con nuova musica che le ha permesso di superare un recente crisi di fiducia nel loro futuro professionale.
“Sono sempre stato una persona malinconica, che non vuol dire pessimista, ma negli ultimi anni (…) temevo di non avere niente di nuovo da dire”, ha confessato in un’intervista a EFE di Madrid, prima della pubblicazione del suo tema “Un buon inizio”.
Laura Pausini (Faenza, Italia, 1974) racconta di aver perso “l’istinto combattivo” che la caratterizza, forse per la paura che ascoltava tante canzoni, tutte quelle su cui metteva le mani, di autori noti o anonimi e con stili molto diversi e vari. “Ma niente ha aiutato. Pensavo che qualcosa si fosse rotto dentro di me o che non potessi più identificarmi con la musica”, dice.
Qualcosa è cambiato quando Jacomo Pesce, direttore artistico di quello che sarà il suo prossimo album, l’ha contattata, la prima da “Make yourself feel” (2018), e le ha detto che aveva delle canzoni che le stavano bene.
“‘Un buon inizio’ suonava e la musica mi emozionava”, sottolinea, e dice di aver sentito qualcosa di simile alla prima volta che ha sentito “La soledad”, il successo con cui il 27 febbraio 1993 vinse il Festival di Sanremo, in parte per la sua semplicità, «perché a volte dire le cose semplicemente è molto difficile senza sembrare stupidi».
Composto da uno dei membri del gruppo italiano Pinguini Tattici Nucleari, l’artista sottolinea che riunisce “una scrittura molto italiana, ma attuale”. “Mi fa sentire a mio agio e a disagio allo stesso tempo perché rispetta il mio passato, ma lo riporta alla contemporaneità e mi fa cantare e respirare in modo diverso”, si rallegra.
Sebbene i testi e la storia originale siano cambiati, il titolo stesso era già uno stimolo a guardare la vita in modo diverso. “Prima pianificavo molto la mia vita, ma è arrivato un momento in cui avevo paura di non avere paura, di sapere troppo, il che è molto simile all’essere morto”, dice.
“Avere paura e non sapere se sarò in grado di affrontare le sfide mi fa sentire viva”, sottolinea a giustificazione della maratona che ha intrapreso la scorsa settimana con tre concerti in un solo giorno, accettando la possibilità di sbagliare, come a volte ha fatto successo in passato, ma anche alzarsi in piedi e imparare da esso.
LA POLEMICA “BELLA CIAO”.
Tra questi errori, ricorda la polemica scoppiata quando nel 2022 rifiutò di eseguire in un programma televisivo spagnolo il brano “Bella Ciao”, l’inno partigiano che rese popolare la serie “La casa de papel”.
“Per me è stato un disastro. L’ho presa molto male. Qui (in Spagna) la sinistra mi ha attaccato e in Italia la destra mi ha usato, proprio tutto quello che non volevo. Ho detto alla mia squadra che volevo rispondere e mi hanno suggerito Non alzo più le polemiche perché tra pochi giorni si votava in Italia”, ricorda, rammaricandosi di non essersi spiegata più direttamente.
La cantante sottolinea i motivi per cui “dal day 1” della sua carriera è sempre stata attenta a non definirsi politicamente, per esempio, per non influenzare i propri followers. “Quando ho votato per la prima volta, l’ho fatto per quello per cui ha votato uno dei miei idoli, ma votare senza sapere cosa sia una piattaforma politica è un errore”, dice.
“Non mi vedo in grado di fare un discorso politico. Sui diritti umani, che fa parte della politica, sì, ne sono sempre stato coinvolto, (…), ma la politica, questa è più cose”, dice il una che si è posizionata dalla parte della lotta femminista o della causa LGBT.
Per quanto riguarda altre possibili sfide, come l’esordio con un proprio programma televisivo dopo aver visto come si è comportata bene come giuria in programmi come “La Voz” e come presentatrice dell’ultimo Eurovision Song Contest della canzone, la Pausini la esclude.