Dichiarato lo stato di emergenza
Secondo il governo italiano, dall’inizio dell’anno sono arrivate quasi 31.000 persone, quasi quattro volte di più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Martedì sera il governo italiano ha risposto dichiarando lo stato di emergenza nazionale, che durerà sei mesi. Il ministro responsabile della Protezione civile e della Politica marittima, Nello Musumeci, spiega questo approccio:
Dobbiamo aiutare le regioni perché il sistema è sull’orlo del collasso.
Nello Musumeci, ministro della Protezione civile e delle Politiche marittime
Aiuti alle regioni del Sud
Questo mira, ad esempio, ad aiutare Lampedusa: il centro di accoglienza dell'Isola del Sud, dove arrivano molte barche attraverso il Mediterraneo, è infatti progettato per quasi 400 persone. Attualmente è completamente sovraffollato con più di 2.000 migranti e il personale è oberato di lavoro.
Non è la prima volta quest’anno che si affronta questa situazione. In altre parti del Sud quest’anno sono arrivate molte più barche cariche di migranti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
L’emergenza facilita una politica migratoria rigida
La dichiarazione dello stato di emergenza ora aiuta il premier Meloni: consente al governo di attuare procedure e misure più rapidamente e quindi di aggirare le norme esistenti. Lo spiega il politologo Lorenzo Castellani dell’Università LUISS di Roma:
Ciò offre al governo maggiori possibilità, ad esempio quando si tratta di aprire più centri di espulsione.
Lorenzo Castellani, politologo
Questi centri di espulsione, in cui vengono trattenuti i migranti che non hanno diritto di asilo fino alla loro espulsione, sono al centro delle preoccupazioni del governo di destra Meloni. Ha fatto del controllo e della riduzione dell’immigrazione clandestina uno dei suoi problemi principali. Recentemente è stato deciso con decreto di aumentare il numero e la capacità di questi centri di espulsione. Ora che è stato dichiarato lo stato di emergenza, è più facile attuarlo.
Ultima risorsa – e appello per aiutare l’Europa
Dichiarare lo stato di emergenza è anche una delle poche opzioni rimaste per riportare la situazione sotto controllo. Il politologo Castellani vede le cose in questo modo:
È una misura che rafforza l'azione del governo, ma non risolve il vero problema… perché l'Italia non riesce a trovare un accordo con gli altri Stati Ue su una politica europea comune.
Lorenzo Castellani, politologo
Ciò significa che non cambia nulla rispetto al problema di base. L’Italia, come la Spagna o la Grecia, è obbligata ad accogliere i migranti illegali; devono passare attraverso la procedura di asilo in Italia. Ad oggi non esiste una regolamentazione fissa e vincolante secondo la quale gli stati dell’UE devono accettare i migranti, ad esempio in proporzione al numero degli abitanti. Il ministro Musumeci nutre speranze di fronte all'emergenza:
Speriamo che l'Europa capisca che non ci resta molto tempo.
Nello Musumeci, ministro della Protezione civile e delle Politiche marittime
L’Italia si sente abbandonata dalla Comunità Europea in materia di politica migratoria: la dichiarazione dello stato di emergenza può essere intesa anche come una richiesta di aiuto
Annette Hilsenbeck è corrispondente presso lo studio ZDF di Roma