Scoperto un nuovo mistero della Gioconda: un esperto italiano individua il ponte nel paesaggio sullo sfondo

La Gioconda, enigmatica e iconica opera pittorica di Leonardo da Vinci, continua a far parlare di sé. Sottoposto al vaglio di centinaia di studi che negli ultimi cinque secoli hanno cercato di svelare tutti i segreti che nasconde, in questa occasione Un’indagine coordinata dallo storico Silvano Vinceti è riuscita a individuare il vero ponte che sembra tirato in cui per molti è il ritratto più importante della storia dell’arte.

Ne è convinto, con poco rischio di errore, Silvano Vinceti, specialista di Leonardo, autore di cinque libri sulla Gioconda e autore di altre importanti scoperte sul ritratto più visitato al mondo (al Louvre riceveva 45.000 visite al giorno) Questo trovato l’esatta ubicazione del ponte che il genio di Leonardo rifletteva nel paesaggio dopo il ritratto della Gioconda.

I risultati della nuova e completa indagine, confrontati con i dati storici e le geoverifica effettuate con le più moderne tecnologie, sembrano confermare che È il ponte Romito o Puente del Valle, situato nel comune di Laterina, in provincia di Arezzo.

Proprio adesso Rimane in piedi solo un arco del ponte, ma all’epoca in cui Leonardo da Vinci dipinse La Gioconda tra il 1501 e il 1503, era uno dei ponti più trafficati della regione. L’inchiesta fornisce un documento rinvenuto nel Museo Statale di Firenze, che rispecchia le proprietà possedute dai Medici in quel periodo, e in cui si fa riferimento all'”afflusso” di persone e auto che vi transitavano. . Proprio in questo periodo Leonardo da Vinci si trovava nel Valdarno, prima al servizio di Cesare Borgia, poi di Pier Soderini, re della Repubblica di Firenze, che gli commissionò lavori di ingegneria idraulica, tra cui la rettifica del corso del fiume.

Come è stato possibile verificare tramite droni e ricostruzioni digitali virtuali, il Ponte del Romito aveva quattro arcate e poggiava su due balze rocciose sopra l’Arno, come si vede nel dipinto. Arrivò persino a scoprire la possibile enclave da dove Leonardo vedeva il ponte per immortalarlo poi nel dipinto, una collina in questa zona chiamata Punta Caianello.

Fino ad ora erano state ritenute valide altre teorie, indicando che il ponte che appare sulla spalla sinistra de La Gioconda appartenesse a Bobbio, un paese situato su un colle nella zona rurale a sud di Piacenza, nel nord Italia, ma in realtà questo ponte ha 7 archi. Un altro rilievo indicava quello di Buriano, che ha sei arcate, quindi anch’esso non corrisponde a quello dipinto da Da Vinci. Oltretutto, questi due ponti sono costruiti su superfici piane e quello che appare nella Gioconda è basato su pareti rocciose.

Anche l’analisi delle immagini scattate con il drone lo ha confermato il paesaggio dipinto nella parte inferiore sinistra della Gioconda in cui appare un gruppo di formazioni rocciose o massi a forma di piramide, corrispondono alla parte alta della valle dell’Arno a cui si ispirò Leonardo, a 15 km dal ponte Laterina. Coincidono anche con alcuni disegni presenti nel Codice Martello (o Codice Leicester), celebre manoscritto di Leonardo datato tra il 1506 e il 1510.

Lo storico Silvano Vin convinto che fosse il Ponte Laterina. Grazie a loro, lo convinse a indagare finché non si rese conto che la sua intuizione era corretta.

Nei secoli Molteplici identità sono state proposte dietro il sorriso più famoso della storia della pittura: Constanza d’Avalos, Isabel de Este, Caterina Sforza e Isabel de Aragón, tra le altre. Nessuno di loro era fiorentino, quindi in questo momento si suggerisce che corrisponda a Lisa Gherardini, una nobildonna, moglie di Francesco del Giocondo, un prospero commerciante di seta. Chiunque sia la misteriosa signora dal sorriso, continuerà a portare continue scoperte alla storia dell’arte.

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Alberto Gabriele

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