Il governo del primo ministro Giorgia Meloni sta rispondendo alle chiamate di Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato del produttore italiano di pneumatici Pirelli, che ha messo in guardia da quella che vede come la crescente influenza dei cinesi e del Partito comunista cinese.
Lo stesso Tronchetti Provera si è rivolto ai cinesi nel 2015, ma da allora i rapporti sono peggiorati drasticamente. È stato notevolmente ampliato anche il “golden power” del governo italiano, che ora consente alla Meloni di utilizzare questo potere. Il “golden power” è un meccanismo attraverso il quale Roma può intervenire presso le imprese italiane con un interesse strategico.
Alcuni analisti dubitano che il produttore di pneumatici milanese possa essere considerato strategicamente importante. Ma i chip elettronici sviluppati da Pirelli, che potrebbero consentire anche di tracciare la geolocalizzazione dei veicoli, offrono al governo la possibilità di intervento. Roma vuole evitare che questa tecnologia cada nelle mani sbagliate.
Per ordine di Roma, solo Camfin, la società di investimento di Tronchetti Provera che ora possiede il 14% di Pirelli, può nominare l’amministratore delegato e questa regola resterà in vigore anche in futuro. Anche il partner cinese Sinochem, il maggiore azionista con il 37%, è escluso dalle decisioni strategiche su fusioni, acquisti e vendite.
Tronchetti Provera è alla guida dell’azienda dal 1992. Secondo un precedente accordo tra i soci, gli è stato consentito anche di scegliere il suo successore. Ma Sinochem ha recentemente proposto un nuovo accordo che porrebbe fine a questa politica, portando ad ulteriori tensioni.
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Contesto geopolitico
Sullo sfondo gioca un ruolo importante il contesto geopolitico. Meloni aveva precedentemente indicato di voler ritirare l’Italia dal controverso progetto infrastrutturale cinese.Cintura e strada», un accordo che sul piano pratico non ha portato assolutamente nulla all’Italia. Chiamando ormai anche Sinochem, la Meloni manda un segnale anche a Washington che è critica nei confronti della Cina e preferisce mantenere ottimi rapporti con gli Stati Uniti.