Roma conferma il suo sostegno a Telecom Italia (TIM). Lunedì il governo italiano ha dato il via libera all’investimento dello Stato nel capitale fisso della società, in vista di un’offerta congiunta con il fondo d’investimento americano KKR.
Il Consiglio dei ministri ha varato un decreto legge “finalizzato a garantire le risorse finanziarie” che consente allo Stato di partecipare fino al 20% alla rete, ha annunciato alla stampa il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Questa partecipazione “fino a un massimo di 2,2 miliardi di euro” consente “l’esercizio di poteri speciali e l’opportunità di influenzare strategicamente la sicurezza su quelle che consideriamo le infrastrutture critiche per il futuro del Paese”, ha affermato.
Un memorandum d’intesa firmato con KKR all’inizio di agosto prevede che il Dipartimento del Commercio acquisirà una “partecipazione di minoranza” nella futura società TIM, che unisce la sua filiale di linea fissa e di cavo sottomarino. Il ministero possiede già Telecom Italia attraverso la sua partecipazione del 9,81% nella Caisse des dépôts (CDP) italiana. Se l’operazione avrà successo, lo Stato italiano tornerà ad essere una società strategicamente considerata che è stata privatizzata nel 1997 dal governo di Romano Prodi.
KKR è stato scelto su CDP
Dopo mesi di incertezza, a fine giugno TIM ha accettato l’offerta del fondo KKR di rilevarne la rete e ha avviato con loro trattative esclusive. La proposta americana, che a determinate condizioni raggiunge i 23 miliardi di euro, è stata considerata più vantaggiosa dell’offerta concorrente della CDP, che ammontava a circa 19,3 miliardi di euro.
Tuttavia, l’offerta di KKR è stata ben al di sotto delle aspettative del colosso francese dei media Vivendi, il maggiore azionista di Telecom Italia con una quota del 23,75%, che ha valutato la rete a 31 miliardi di euro. Tuttavia, Vivendi ha giudicato “una notizia positiva” “l’impegno diretto del governo italiano” e si aspetta ora “l’apertura di un dialogo serio” per “trovare soluzioni concrete e realizzabili”.
Si prevede che un’offerta congiunta tra Roma e KKR attirerà anche altri investitori italiani come il fondo infrastrutturale F2i. Alla rete potrebbe partecipare, seppur in misura limitata, anche la CDP.
FonteAFP