DIl governo italiano ha deciso di introdurre uno stato di emergenza a livello nazionale a causa del recente elevato numero di migranti che utilizzano la rotta del Mediterraneo. La misura ha validità di sei mesi e dovrebbe fornire inizialmente cinque milioni di euro alle regioni meridionali particolarmente colpite, ha riferito martedì l’agenzia di stampa Ansa. Questo non risolve il problema, ha spiegato Nello Musumeci, ministro della Protezione civile. Richiederebbe piuttosto un “intervento responsabile dell’UE”.
La residenza ufficiale del presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha confermato questa informazione quando interpellata. Lo stato di emergenza dovrebbe facilitare la creazione di nuovi centri di accoglienza per i rifugiati. Negli ambienti governativi si diceva che lo stato di emergenza avrebbe consentito al governo Meloni di procedere più rapidamente agli sfratti. Ha promesso di frenare l’immigrazione.
L’arrivo di migliaia di migranti è oggetto di discussione da tempo in Italia. Il Viminale di Roma ha contato quest’anno più di 31.000 persone arrivate in Italia sui barconi, rispetto alle circa 7.900 dello stesso periodo dell’anno scorso.
OIM: “Il quartiere più mortale per i migranti nel Mediterraneo dal 2017”
Numerose persone tentano ripetutamente di raggiungere le isole italiane di Lampedusa e della Sicilia, nonché la terraferma italiana o Malta attraverso il Mediterraneo, spesso utilizzando imbarcazioni inadatte alla navigazione provenienti dalla Tunisia e dalla Libia. Le traversate molto pericolose a volte portano a devastanti incidenti in barca, come alla fine di febbraio al largo delle coste calabresi, che hanno provocato almeno 90 morti.
Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), il primo trimestre del 2023 è stato il più mortale per i migranti nel Mediterraneo dal 2017. Lo ha annunciato mercoledì l’organizzazione. Da gennaio sono quindi morte 441 persone nel Mediterraneo centrale. Secondo l’OIM, dal 2014 sono morte oltre 20.000 persone sulla strada che collega l’Africa all’Europa.