La Meloni ha a lungo spinto per accordi con la Tunisia per fermare le barche di migranti che partono da lì in una fase iniziale. Le organizzazioni per i diritti umani vedono questo come un punto di vista critico, soprattutto data la crescente pressione sui critici del governo in Tunisia. A febbraio, il presidente Saied ha scatenato un’ondata di attacchi razzisti con dichiarazioni su “orde di clandestini”. Nei primi cinque mesi di quest’anno sono state contate 773 imbarcazioni con circa 26mila migranti a bordo. Nello stesso periodo dello scorso anno, ci sono state più di 200 partenze e quasi 4.000 rifugiati e migranti che hanno lasciato la Tunisia per l’Europa.
Il ministero federale dell’Interno ha annunciato che i colloqui di Tunisi si concentreranno anche sui soccorsi in mare: mercoledì un peschereccio completamente sovraccarico di 500-700 migranti è affondato nel Mar Mediterraneo, non lontano dalla Grecia. 104 persone sono state salvate, 78 sono state trovate morte.
La Polizia Federale collabora con le autorità tunisine
La Polizia Federale ha un progetto in Tunisia dal 2015. Collabora con la Guardia Nazionale, la Polizia di Frontiera e la Polizia Nazionale. Secondo il ministero federale dell’Interno, l’obiettivo è “istituire strutture di polizia efficaci basate sullo stato di diritto e sui principi dei diritti umani”. Le priorità includono la riduzione della migrazione irregolare, il soccorso in mare, la lotta al terrorismo e alla criminalità grave e organizzata. Secondo la polizia federale, le forze di sicurezza tunisine sono state supportate negli ultimi anni con veicoli per la protezione delle frontiere, dispositivi per la visione notturna e gommoni veloci acquistati in Tunisia.
A differenza del Marocco, la Tunisia consente espulsioni collettive con voli charter. Tuttavia, a volte ci sono difficoltà nell’identificare i cittadini tunisini privi di documenti.