Telecom Italia è in condizioni critiche. Per saldare i debiti di oltre 30 miliardi di euro, l’operatore cerca un acquirente. 25 anni fa, entrò nell’ufficio di Steve Jobs per comprare una Apple, che allora era in grossi guai.
Siamo all’inizio di un’importante operazione di acquisizione, sul versante italiano, dove il colosso Telecom Italia è solo l’ombra di se stesso. Accolto da Steve Jobs e offerto di acquistare Apple, il facoltoso operatore della fine degli anni ’90 ha accumulato anni di debiti. La partenza del suo capo nel novembre 2021 ha dato il via libera all’acquisizione da parte del fondo di venture capital americano KKR.
Luigi Gubitosi è stato il quarto dirigente dell’operatore italiano in sei anni. Da allora sono in corso trattative per convincerli ad aumentare il prezzo di vendita. In cambio, Telecom Italia deve migliorare la propria situazione economica. Una decisione storica: rivendere parte della rete per coprire i debiti dell’azienda, nota a molti investitori e in particolare al gruppo francese Vivendi (Bolloré).
Il governo italiano vuole proteggere a tutti i costi questa rete e impedire a Telecom Italia di rivendere asset strategici a player stranieri come il fondo KKR. Ma questo è tutto dopo che la società indebitata ha rifiutato un’OPA della Cassa Depositi e Prestiti SpA nell’ultima tornata di trattative. I colloqui esclusivi tra Telecom Italia dovrebbero sfociare in una nuova proposta di acquisizione il 30 settembre, il che significa che quest’anno sarà l’anno giusto per completare un’acquisizione.
Quando Apple era sull’orlo del fallimento e Telecom Italia era un colosso
25 anni fa la situazione economica non era la stessa, né per Telecom Italia né per qualsiasi altra azienda, ma si vede chiaramente che per l’operatore italiano tutto è cambiato. Dopo che Telecom Italia valeva più di 90 miliardi di euro, impiegava più di 120.000 persone e presentava bilanci esemplari, è fallita. Nel 1998, i dirigenti dell’operatore incontrarono di persona Steve Jobs per discutere di una possibile acquisizione, quando il gigante tecnologico come lo conosciamo oggi era ancora in difficoltà.
All’epoca, Steve Jobs rifiutò la proposta, affermando che il brand Apple aveva già raggiunto un accordo con un altro acquirente, senza fare il suo nome, ovviamente. Bloomberg ha ricordato un dato importante nel 2005: Telecom Italia pesava di più in termini di capitalizzazione, cosa che oggi non fa più, mentre Apple pesa 500 volte di più e ha un bilancio finanziario tutt’altro che paragonabile.
La Francia gioca un ruolo importante in questa vicenda di discesa agli inferi dell’operatore italiano e delle sue difficoltà a trovare un accordo di acquisizione. Da un lato, Telecom Italia è stata la vittima del clamoroso arrivo del gruppo Iliad (Free) in Italia tramite Iliad Italia. L’azionista Vivendi, che ha ancora un notevole potere decisionale nel cda, non vuole che le trattative siano sotto i 30 miliardi di euro.
Entro la fine di settembre, KKR dovrà poi lavorare sodo per acquisire gli ex colossi italiani. Dovrebbe continuare a poter contare sull’aiuto, soprattutto del fondo sovrano degli Emirati Abu Dhabi Investment Authority (ADIA). Da parte italiana, il premier Giorgia Meloni potrebbe utilizzare token diversi dal prestatore di Stato. Secondo Bloomberg si tratterebbe di player locali e in particolare di F2i SGR SpA con una quota di minoranza.
Precisazione che Apple non ha alcun interesse e non dovrebbe poter dare leggi antitrust in Europa. Da lontano il brand si accontenterà di vedere l’ex colosso delle telecomunicazioni in una situazione critica, come lo era 25 anni fa.
Bloomberg