Qual è il tuo rapporto con la sedia Médaillon?
Filippo Stark. Sono nato da un medaglione Luigi XVI. Mia nonna aveva solo poltrone di questo stile nel suo salotto. Era il tempo in cui il tessuto veniva messo a nudo in inverno e ricoperto da un lino grezzo di infinita raffinatezza in estate. Da bambino vivevo tra sedie e poltrone. Ecco perché sono sempre stato interessato a questi mobili, che fanno parte del nostro inconscio collettivo. La sedia Médaillon è un’icona universale ma di origine francese.
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Come è nata questa seconda parte della collezione?
cv Quando hai un buon gene, qualcosa che funziona, nasce naturalmente una famiglia. La sedia “Miss Dior” era una sorta di “prequel”. Incarnava la leggerezza, l’eleganza francese, l’eleganza parigina. Grazia estrema senza gravità. La poltrona “Monsieur Dior”, suo alter ego, incarna un altro lato di questa eleganza, più ancorata alla gravità, con la sua seduta bassa e comoda grazie al cuscino profondo in cui si affonda.
Per l’occasione “Miss Dior” ha scelto anche i colori…
cv Dopo una prima versione più tecnica e più pura, volevo che fosse umanizzata. Le sue battute “disegnate fino all’osso” [ultra-épurées, ndlr] quest’anno impreziosito da tessuti, pelle – solo per “Monsieur Dior” – piping di ciniglia e persino toile de jouy. Mentre i motivi rosa sbiaditi sono tradizionali, questa “icona femminile” assume un tocco punk con l’arancione neon.
La leggerezza è ancora una volta al centro delle vostre preoccupazioni…
cv La modernità è inscindibile dall’idea di peso e leggerezza, per questo ho scelto l’alluminio riciclabile, la metà del peso dell’acciaio, ma soprattutto ecologicamente accettabile perché eterno e antiruggine. Le sue sezioni sono rifinite al massimo senza sacrificare la resistenza. Quando ho cercato i produttori mi è stato detto che questo era impossibile, ad eccezione di una piccola azienda italiana con cui ho lavorato per due anni che fa assemblaggi degni di gioielli. Non credo che ci sia un prodotto di questa qualità in nessuna parte del mondo. Avremo sempre una poltrona realizzata con questo alluminio molto tecnico, perché questo mobile è preciso, stilisticamente senza tempo e realizzato con un materiale durevole.
Come gestisci questo apparente contrasto tra il desiderio di purezza e l’aggiunta di motivi e materiali?
cv Quello che mi interessa di questa collezione è l’ossimoro: alluminio iniettato e un design ridotto all’ossatura del prodotto, ma con toile de jouy e piping in ciniglia. Da qui nasce la sorpresa, la bellezza…
Come hai disegnato le tabelle?
cv Con il desiderio di offrire una gamma completa che metta in risalto il duo di sedute. Il tavolo da pranzo rappresenta la madre adottiva e, a sostenerla, anche tanti cuginetti. Tutto è stato progettato con una finezza che è parte integrante del DNA di Dior. Attraverso questa collaborazione ho capito cos’è una grande casa: una quantità incredibile di intelligenza e qualità