giovanni Vincenzo Infantino nasce a Briga 52 anni fa. Il confine con l’Italia dista solo pochi chilometri. Il tempo è bello e calmo nel canton Vallese, nel villaggio ai piedi del Passo del Sempione. Ma l’infanzia del piccolo Giovanni non fu piacevole e tranquilla. È cresciuto in Svizzera come figlio di lavoratori ospiti italiani, qualche giorno fa ha detto di più. “So cosa vuol dire essere vittima di bullismo come straniero”, ha detto. “Ti chiudi nella tua stanza e piangi.” È stato vittima di bullismo a scuola “perché avevo i capelli rossi e le lentiggini. E poi ero italiano. Non parlavo molto bene il tedesco”.
Oggi Giovanni Vincenzo Infantino, che tutti chiamano Gianni, parla diverse lingue ed è presidente della FIFA World Football Association. È sempre difficile per lui, o almeno così si sente. E non è certo tranquillo. La critica è forte. Alla Fifa. In Qatar, dove si svolgeranno i Mondiali. E a Infantino. Ha accusato gli oppositori di “doppi standard” e ha definito i loro critici “ipocriti”. Non vedono come presumibilmente migliora il mondo (del calcio). Ciò si è riflesso nella sua presentazione di un’ora il giorno prima dell’apertura della Coppa del Mondo. Nel monologo, ha raccontato la storia della sua infanzia. Alla fine ha lanciato un appello: godiamoci il Mondiale, lasciamo da parte la politica!