Nel nord Italia, Leroy Merlin è al centro di un conflitto sociale

I video mostrano i lavoratori che irrompono nei negozi Leroy Merlin. Prendono la merce dagli scaffali, riempiono i carrelli della spesa e poi la depositano davanti alle casse, a volte sul pavimento. Azioni simboliche accompagnate da slogan gridati al megafono: “Leroy Merlin, razzista, lavoro schiavo!” O “Leroy Merlin, mafia!”

Queste scene si sono svolte nel nord Italia in diversi negozi del famoso marchio di ferramenta. Negli ultimi quaranta giorni “Secondo l’azienda, sono avvenuti almeno 30 attacchi in 15 negozi diversi.” Lo riferisce il quotidiano milanese Corriere della Sera. Obiettivo erano i punti vendita di Piacenza, Milano, Brescia, Mantova, Torino, Alessandria, Bologna e Genova.

“Tutto è iniziato con un piano di sviluppo del gruppo che prevedeva investimenti per 150 milioni di euro, la creazione di 2.500 posti di lavoro e l’apertura di 50 nuovi punti vendita”. dettagliato La Repubblica. D’altro canto, il piano in questione prevede anche la chiusura del centro logistico del marchio a Plaisance.

“Questo è stato spiegato ‘inefficace’ e causerebbe perdite, per questo il contratto con Iron Log – la cooperativa che gestisce il centro – è stato risolto”. nota il quotidiano romano. L’azienda impiegava 472 persone (350 secondo l’azienda). “E queste persone hanno una caratteristica speciale, il giornale di sinistra scivola, conoscenza un tasso di sindacalizzazione molto alto, con il 90% dei lavoratori locali iscritti al SI Cobas, un sindacato coinvolto nel conflitto”.

“Alcuni osservatori lo credono [cette force syndicale] è la vera ragione dell’abbandono di questa posizione strategica”, chiude La Repubblica.

Portare la lotta a livello nazionale?

A quanto pare, il marchio francese nega queste accuse e afferma di aver offerto ad alcuni lavoratori soluzioni di trasferimento verso altri centri, proposte considerate inadeguate dai principali stakeholder. Mentre le proteste continuavano, Leroy Merlin, innervosito, decise di chiamare la polizia.

“La polizia sta attualmente lavorando sulle immagini delle telecamere di sorveglianza dei negozi, ma è difficile capire quale crimine possa essere attribuito ai manifestanti. Non si tratta di vandalismo, poiché non è stato rotto nulla, e certamente non di distruzione o furto. Forse una manifestazione non autorizzata?» si chiede il quotidiano romano. I membri del SI Cobas hanno già annunciato di voler espandere la lotta contro Leroy Merlin a livello nazionale.

Alberto Gabriele

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