Non a caso, il governo nazionalista di Giorgia Meloni vuole mantenere la promessa di “difendere un’impresa strategica”. Il ministero dell’Economia ha quindi firmato giovedì un memorandum d’intesa con il fondo di investimento americano KKR per un’offerta congiunta per l’acquisto della rete fissa da parte di Telecom Italia (TIM).
Il consiglio di amministrazione dell’operatore telefonico ha votato all’unanimità a fine giugno per incaricare il suo amministratore delegato, Pietro Labriola, di avviare negoziati “esclusivi” con KKR.
La cessione della rete dovrebbe consentire a Telecom Italia di ridurre il suo ingente debito di 26,2 miliardi di euro. L’intervento pubblico non spaventa i mercati. Il titolo TIM è salito del 10% durante la settimana, raggiungendo il livello più alto in oltre un mese.
ruolo chiave del governo
Lo Stato è sempre stato un attore importante. Fino ad allora, era il secondo maggiore azionista di TIM attraverso la partecipazione del 9,81% nella Caisse des dépôts (CDP) italiana. Peserà ancora di più in futuro.
“L’accordo prevede la formulazione di un’offerta vincolante” che vedrebbe il ministero dell’Economia acquisire una partecipazione “fino al 20% nella futura società che unirà la sua controllata di rete fissa e di cavo sottomarino”, si legge in una nota.
In particolare, espone “il ruolo critico del governo nel determinare le scelte strategiche dell’azienda”. Roma considera “strategiche” le attività di TIM e vuole proteggerle da eccessive ingerenze straniere, in particolare da quella del suo maggiore azionista, la francese Vivendi, con una quota del 23,75%. La coalizione di governo ha più volte affermato di voler creare “una rete nazionale sotto controllo pubblico”.
Offerta fino al 30 settembre
A fine giugno, l’offerta di KKR di circa 23 miliardi di euro era ritenuta più vantaggiosa di quella di CDP, che superava di poco i 19 miliardi di euro. Numeri lontani dai 31 miliardi di euro attesi dal principale azionista Vivendi, che si è espresso a favore della rottura delle trattative.
“La rete è il gioiello di Telecom Italia”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Vivendi Arnaud de Puyfontaine, che ha lasciato il consiglio di amministrazione di TIM a gennaio, a fine luglio. Secondo una fonte vicina a Vivendi citata da AFP, il gruppo francese considera l’accordo raggiunto tra Roma e KKR una “notizia positiva” e ora auspica “l’apertura di un dialogo serio” per trovare “la migliore soluzione per le aziende e per tutti i suoi azionisti”.
L’offerta congiunta tra il governo italiano e KKR dovrebbe essere presentata entro il 30 settembre. Potrebbe alzare la posta in gioco, ma soprattutto coinvolgere altri investitori transalpini. Se il fondo americano manterrà il 65% di Netco — la società che riunisce la rete fissa di TIM e la sua controllata sottomarina Sparkle — il governo intende avere una “minoranza di blocco tricolore” del 35% per influenzare le decisioni strategiche.
Al 20% del Tesoro italiano andrebbe ad aggiungersi un contributo del fondo infrastrutturale F2i, che in questo momento sta sondando gli investitori, puntando a una quota intorno al 10%, mentre la CDP manterrebbe una quota non superiore al 5%. .