L’Italia ha intrapreso un’azione decisiva per contrastare la presa di una società statale cinese sul famoso colosso dei pneumatici Pirelli. Una decisione che fa parte di una serie di misure annunciate dal governo italiano per preservare la propria autonomia economica da Pechino.
Nelle news : Durante un annuncio agli investitori domenica, Pirelli ha dichiarato che il governo italiano ha decretato che solo Camfin, guidata dal magnate Pirelli Marco Tronchetti Provera, è autorizzata a nominare candidati alla carica di amministratore delegato, ha affermato BBC.
- Discutibile : Sinochem, un gruppo chimico controllato da Pechino, detiene la quota maggiore al 37% in Pirelli, una società milanese di 151 anni.
- Questa decisione fa seguito a un annuncio di Sinochem a marzo, in cui la società ha espresso l’intenzione di rinnovare e aggiornare un patto parasociale esistente. UN spada di Damocle sopra la testa del governo italiano.
- Pirelli ha anche affermato che il governo ha deciso che qualsiasi modifica alla corporate governance dovrebbe essere soggetta a una legge esame ufficiale.
- Nel tentativo di proteggere le aziende ritenute di importanza strategica per il Paese, il governo guidato dal presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni ha rivisto attentamente l’operazione di Sinochem dal punto di vista di “Processo del potere d’oro”.
- Questa procedura mira a preservare e garantire la sovranità economica del Paese assicurando un adeguato controllo sulle entità chiave.
- La perdita del controllo su Pirelli, che in particolare è l’unico fornitore di pneumatici della Formula 1, è innegabile L’ultima cosa che vuole il governo italiano. Questo potrebbe portare a:
- Un indebolimento della sovranità economica e dell’influenza nazionale.
- Rischi occupazionali e tensioni sociali.
- Vulnerabilità economica alle fluttuazioni globali e alle politiche del commercio estero.
- Preoccupazioni per la sicurezza nazionale e la protezione della tecnologia sensibile.
il contesto : A metà maggio, il primo ministro italiano Giorgia Meloni ha deciso di rompere l’accordo “Belt and Road” che legava il suo Paese alla Cina.
- L’Italia favorisce i suoi rapporti con gli Stati Uniti, che sono in aperto conflitto con la potenza cinese su molte questioni economiche.
- Un famoso voltafaccia mentre l’Italia, sotto il governo di Giuseppe Conte nel 2019, diventava il primo paese dell’Unione Europea ad aderire a pieno titolo al BRI, il vasto piano infrastrutturale e di investimenti della Cina volto ad aumentare la sua influenza nel mondo.
- Questa rottura non sarà priva di ripercussioni per Roma, che conta molto sul sostegno di Pechino per la sua economia, in particolare per le esportazioni, il turismo e il lavoro.
- Una situazione che arriva in un momento in cui i rapporti tesi tra Pechino e l’Occidente stanno attirando l’attenzione, in particolare attraverso la visita del Segretario di Stato Usa in Cina.