Quanto è stato grande il successo di Giorgia Meloni alle elezioni europee? La situazione non è così chiara come sembra a prima vista. Il primo ministro Meloni, cresciuto politicamente nella tradizione di un partito esplicitamente orientato al fascismo, è riuscito a ottenere circa 6,7 milioni di voti per il suo partito Fratelli d’Italia (FdI). Rispetto alle elezioni legislative italiane del settembre 2022, il partito ha perso più di 600.000 elettori. Ciò è dovuto soprattutto al fatto che l’affluenza alle urne è scesa al magro 49,7% e spiega anche la percentuale di voti più alta in queste elezioni rispetto alle elezioni parlamentari. L’Italia è tradizionalmente uno dei paesi dell’UE con un’affluenza alle urne superiore alla media. L’attuale crisi dei partiti tradizionali come mediatori tra istituzioni e società è la causa principale di questa tendenza.
Il relativo successo delle forze di estrema destra e fasciste in Italia era prevedibile, ma non è niente di più. “Nessun terremoto: Roma non è né Parigi né Berlino”, scrive il quotidiano liberale di sinistra Domani. Considerata la bassa affluenza alle urne, i due partiti più forti sono riusciti a convincere solo il 14% (Fratelli d’Italia – FdI) e il 12% (Partito Democratico – PD) degli aventi diritto. Ciò dimostra quanto sia grave la crisi di legittimità del sistema parlamentare rappresentativo. Questo non vale solo per l’Italia; L’affluenza alle urne è ancora più bassa in molti paesi dell’Europa orientale. Il blocco governativo italiano formato da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia ha ottenuto il 47,7% dei voti espressi, il che significa che la destra non ha la maggioranza assoluta dopo l’esito di queste elezioni.
La Meloni può indubbiamente vantare un successo politico, soprattutto se prendiamo come riferimento le precedenti elezioni europee del 2019: allora la FdI vinse solo con il 6,4%, con un incremento di oltre il 20%. Questo paragone però ha poco senso perché da allora molto è cambiato a livello politico in Italia e in Europa. La Lega e il Movimento Cinque Stelle, populista di sinistra, sono in calo, attorno al dieci per cento.
nd.DieWoche – la nostra newsletter settimanale
Con la nostra newsletter settimanale nd.La settimana guarda gli argomenti più importanti della settimana e leggili Punti forti la nostra edizione del sabato venerdì. Ottieni il tuo abbonamento gratuito qui.
La Meloni, 47 anni, si è insediata a capo di un governo con un bonus ufficiale, è popolare come persona e sa presentarsi all’esterno come un premier sorridente. Si è candidata come prima candidata e ha ricevuto più di 2,3 milioni di voti. Internamente, porta avanti la ristrutturazione della politica e della società italiana, facendo oscillare il pendolo politico verso una politica estremamente conservatrice con elementi fascisti.
La madre single ha di fatto limitato gravemente il diritto all’aborto. Il loro obiettivo: aumentare il tasso di natalità, uno dei più bassi al mondo. Questa decisione rientra nella politica di isolamento nei confronti dei migranti: la Meloni non vuole che siano bambini migranti non bianchi a fermare il declino demografico, ma piuttosto italiani più organici. A tal fine, è ciecamente d’accordo con il suo partner di coalizione della Lega, Matteo Salvini, che di solito adotta un tono ancora più radicale, almeno verbalmente.
Le idee nazionaliste popolari sono radicate nelle convinzioni politiche di Meloni e si riflettono quindi nelle decisioni del governo, anche se non sono così evidenti e radicali. La restrizione del diritto all’aborto recentemente decisa è solo un elemento ed è già diventata una realtà de facto negli ultimi anni a causa di un cambiamento nel discorso pubblico e del rafforzamento degli oppositori dell’aborto nella società: il numero di medici che non praticano aborti Gli aborti per motivi di coscienza sono aumentati considerevolmente. Al vertice del G7, la Meloni ha discusso della questione anche con il presidente francese Emmanuel Macron, che recentemente ha elevato il diritto all’aborto a status costituzionale e, secondo i diplomatici, vuole impedire un chiaro impegno per un aborto sicuro e legale nella dichiarazione finale.
La base elettorale della Meloni non è composta solo da nostalgici di estrema destra che piangono il passato fascista dell’Italia. Gode di un crescente sostegno anche tra i lavoratori, ma altri partiti come il Movimento Cinque Stelle e la Lega dominano tra le classi inferiori. La Meloni non ha avuto grandi successi; gran parte della sua politica è propaganda, soprattutto quando si tratta di politica sociale. Ha abolito l’assegno di cittadinanza introdotto dal governo precedente. Non sorprende quindi che l’alleanza dei Verdi e della sinistra sia riuscita a conquistare il 6,7% dei voti ed entrare così nel Parlamento europeo.
Giorgia Meloni vede nel consolidamento della propria base elettorale un’opportunità per dare più spazio alla sua visione della politica in Europa, in collaborazione con altri governi di destra come quelli dell’Ungheria o dei Paesi Bassi. Tuttavia, le posizioni divergono sulla questione su chi dovrebbe presiedere il prossimo presidente della Commissione europea. Le manifestazioni di amicizia tra Meloni e Ursula von der Leyen lasciano intendere che l’Italia sosterrebbe un secondo mandato per von der Leyen, ma Matteo Salvini in realtà vuole sbarazzarsi del capo tedesco della Commissione europea.