L’impronta lasciata da Picasso in Italia nel 1953 è sotto i riflettori in una mostra coinvolgente a Napoli

Roma, 6 ott. (EFE).- L’impronta storica di Pablo Picasso in Italia nel 1953, quando due mostre antologiche dell’artista spagnolo seminarono polemiche nel Paese, è protagonista di un’originale mostra immersiva promossa dall’Archivio di Stato di Napoli (sud), i cui fondi sono stati utilizzati per ricreare questi eventi e insegnare virtualmente queste opere.

“Passion Picasso”, presentata oggi all’Ambasciata di Spagna a Roma, che ha avuto un ruolo fondamentale nella nascita di questa iniziativa, è incentrata sulla storia delle prime mostre di Picasso in Italia, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e alla Real Palazzo. a Milano, che causò non pochi grattacapi ai politici dell’Italia del dopoguerra, senza dimenticare il lato artistico del pittore malaghegno.

«La mostra unisce passato e futuro», assicura all’EFE la direttrice degli archivi napoletani, Candida Carrino, spiegando che l’istituzione ha voluto in questo modo del tutto particolare «entrare nelle celebrazioni di Picasso in tutta Europa» in occasione del cinquantesimo anniversario della sua morte.

La mostra, che inaugura il 16, trasporta lo spettatore nell’Italia di 70 anni fa attraverso le lettere e gli appunti del defunto senatore Eugenio Reale, consigliere del leader comunista Palmiro Togliatti, e i cui tenaci sforzi personali servirono a convincere Picasso, offeso dai conflitti politici , e illuminare le due mostre.

Questo faticoso viaggio è attestato proprio da parte dei fondi conservati nell’Archivio napoletano, che comprendono 70 chilometri di documenti, offerti dai discendenti di Reale e che sono stati utilizzati per questo singolare omaggio a Picasso, destinato ad attirare non solo gli adulti, ma anche un pubblico pubblico molto giovane e abituato a nuove lingue.

“Abbiamo ricreato virtualmente queste mostre con i nostri documenti, ma anche con gli stessi quadri che furono esposti nel 1953, con un linguaggio moderno che ricostruisce un momento storico molto importante, quello in cui Picasso entra finalmente nella cultura artistica italiana”, spiega Carrino.

Per fare questo “abbiamo richiesto il diritto d’autore delle opere conservate nei musei d’Europa e abbiamo potuto riprodurle in modo immersivo, proiettando queste opere d’arte sulle pareti del nostro incredibile chiostro delle banane in modo che i visitatori , entrando, entra nel mondo di Picasso”.

Portare l’arte ai giovani

Grazie alle proiezioni digitali tridimensionali e alla tecnologia della realtà aumentata con gli spettatori, sarà possibile immergersi nelle opere di Picasso e vivere un percorso artistico indimenticabile, spiega.

È un modo per raggiungere le generazioni più giovani, attraverso “un nuovo modo di fruire l’arte che, nonostante quanto dicono alcuni, non la allontana dall’originale, ma al contrario spinge a visitare il luogo in cui è custodita.

Tra le 39 opere virtuali che si potranno ammirare, molte delle quali conservate al Museo Reina Sofía di Madrid, saranno visibili alcuni capolavori di Picasso, come “Guernica” e i suoi cartoni preparatori, ma anche “Guerra e Pace”. “Massacro in Corea”.

La mostra, che resterà aperta fino al 14 gennaio 2024 e sarà gratuita, avrà luogo nelle strutture monumentali dell’Archivio di Stato di Napoli, nella cornice del convento benedettino dei Santi Severino e Sossio.

“Picasso Passion”, organizzato dall’Archivio di Stato di Napoli, riunisce istituzioni nazionali e internazionali e nasce da una collaborazione “eccezionale” con l’Ambasciata di Spagna in Italia, il Consolato Generale di Spagna a Napoli e la Regione Campania, oltre a con la collaborazione di Ansa ed EFE, le agenzie di stampa pubbliche di entrambi i Paesi.

Marta Rullan

Alberto Gabriele

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