Le morti di Mihajlovic e Vijali hanno rimesso in piedi l’Italia

SCIMMIA

Sinisa Mihajlović

Nonostante soffrissero di diversi tipi di cancro, la morte dei famosi assi della Sampdoria Siniša Mihajlović e Gianluca Vijali ha rimesso in piedi l’Italia.

Alcuni argomenti taciuti per decenni sono stati aperti. Sull’uso di sostanze illegali, su come i calciatori sono stati costretti a prendere pillole non testate e integratori vari.

In meno di un mese, due leggendari assi della Serie A e del calcio mondiale, Siniša Mihajlović e Gianluka Vijali, hanno perso la vita in battaglie contro feroci malattie.

Mihajlovic e Vijali sono passati all’eternità in pochissimo tempo. Due calciatori che erano veri e propri assi con grandi nomi nel mondo del calcio, sono morti di cancro in breve tempo.

Proprio per questo l’Italia intera era nel panico, se ne parla sempre più a gran voce in Appennino, così come del fatto che Sinisha e Gianluca potrebbero essere ancora vivi. Il serbo aveva 53 anni e l’italiano cinque anni in più. Le loro malattie potrebbero essere state causate dalle sostanze che consumavano quando erano calciatori. Ecco perché i loro ex compagni di squadra temono molto per la loro vita.

Tra i primi ad alzare la voce è stato l’ex allenatore della Stella Rossa Zdenjek Zeman sul doping e l’uso di sostanze illegali, tra l’altro, l’uomo la cui promozione del libro Siniša Mihajlović è arrivata una settimana prima della sua morte.

L’allenatore ceco, che ha costruito la sua reputazione in Italia, ha accusato la Juventus di doping di giocatori nel 1998. Dopo il processo, la ‘vecchia signora’ medico Riccardo Agricolo è stata condannata a 22 mesi di reclusione per doping sistematico nel periodo dal 1994 al 1998.

Molti calciatori, dopo la morte di Sinisa e Gianluka, ora si chiedono cosa hanno dovuto sopportare, temendo per la loro salute e per la loro vita.

Dovremmo indagare su che tipo di sostanze stavamo assumendo allora. Dobbiamo sapere se l’assunzione di varie sostanze di questo periodo ci danneggerà nel tempo. Ho paura. Succede di tutto a molti giocatori in questo periodo. All’epoca c’era un controllo antidoping, non potevamo prendere niente, ma ora bisognerebbe indagare per sapere se le sostanze che abbiamo assunto sono rimaste nel nostro corpo o sono uscite – ha detto Dino Baggio, ex giocatore della Juventus, Parma , per “Corriere dello Sport”, Lazio, Inter…

La stessa conclusione è stata tracciata dal rumeno Florin Raducoiu, che ha giocato per Bari, Verona, Milan e Brescia in Italia.

– So che abbiamo preso del liquido rosa. E varie droghe. Ora voglio chiamare il medico di Brescia per sapere di più su cosa prendevamo allora. All’epoca non sapevamo cosa ci davano, dicevano sempre che erano vitamine e glucosio. Ricordo vividamente che prendevamo sempre questo liquido rosa prima delle partite. Abbiamo anche preso pillole a Milano. Dovremmo chiederci perché avvengano queste morti premature – ha aggiunto Raduchoju, riporta ‘Mondo Deportivo’.

Alberto Gabriele

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *