Laura Pausini: La solitudine che da 30 anni più accompagna il mondo intero

Siviglia, 21 luglio (EFE).- 30 anni fa arrivava nelle stazioni musicali di tutto il paese un singolo dai toni blu intitolato “La Soledad”, con il nome di una sconosciuta di nome Laura Pausini, che aveva appena vinto il Festival di Sanremo, che, perché non dirlo, è ancora così sconosciuta in Spagna.

La cantante faentina si è affidata alla complicità e al talento di Valsiglio Angelo e Pietro Cremonesi per vincere il festival nella categoria Esordienti, e visto l’eco che questo vinile 45 giri ha avuto nel mondo, è logico che, come questa sera a Siviglia, sia il brano scelto per aprire i recital destinati a celebrare i suoi 30 giri di sole, microfono alla mano.

In perfetto spagnolo, che vorrebbero alcuni connazionali che registrano album in spagnolo come se provenissero dalla stessa Castiglia ma poi hanno bisogno di un traduttore per chiedere un bicchiere d’acqua, Pausini si è esibito all’Iconica Sevilla Fest, il festival in Plaza de España nella capitale del sud, per dimostrare che la sua pienezza artistica e la sua empatia con il suo pubblico sono totali, con una voce che non sbaglia mai una nota, e una capacità di comunicare con la sua gente riservata solo alle cucciolate elette.

“Il passato è una ragione, la parte più profonda del nostro essere, la radice che definisce, quella che rimane, quella che lascia il segno per sempre”, ha detto la voce fuori campo che ha lasciato il posto all’emblematico transalpino, apparso alle dieci e mezza di sera con un rosso immacolato arrivato al suo microfono, e con un anthurium, rosso, ovviamente, di cui non sappiamo se fosse un cenno all’Andalusia, perché è il fiore che i carretti de rociera scelgono più spesso come ornamento in la sua strada per la colomba bianca.

La risposta del pubblico alla sua Solitude, con i testi mescolati con l’originale italiano de ‘La solitudine’, l’ha portata nella tranquillità di sapere che la notte sarebbe andata bene, e quando le preoccupazioni se ne sono andate, hanno parlato del tempo: “La Pausini viene a Siviglia e fa molto caldo? No, gli darò un po’ di respiro e si sentirà alla grande”, e così è stato. La notte andalusa gli ha regalato un’indimenticabile brezza di 29 gradi, come la canzone che, dopo ‘Amores extraños’, faceva già capire molto chiaramente che era più che confortevole, ma molto di più.

Torniamo al rapporto della Pausini con il pubblico. Canta ‘Yo sí’ e canta “Quando vuoi scomparire / Ti arrendi prima di perdere / Se nessuno ti vede / Lo faccio io”, dopo che le donne che hanno subito abusi sono apparse sullo schermo, e alla fine della canzone ha sbottato che dal 2003, quando si è iniziato a contare i casi, “ci sono stati 1.212 femminicidi in Spagna”, e ha incoraggiato le donne a denunciare, a sentirsi al sicuro per questo .

Che ricordo a questo punto per Carmen, la donna uccisa oggi a Humilladero (Málaga), che aumenta di una cifra questa dannata statistica. Ed è bene sottolineare come l’italiana abbia preparato non solo questa parte del concerto, ma tutti i momenti in cui ha dovuto parlare alla sua gente. Preparare macro-concerti come quelli che ha fatto a Venezia e ora all’Iconica Sevilla Fest -dove domani ripete l’appuntamento- in due lingue diverse sarà una sciocchezza, ma sicuramente non facile.

Femminismo, ambientalismo, relazioni umane… Non manca un dettaglio al suo repertorio, non lascia argomenti da affrontare, e lo vediamo in ‘Hermana Tierra’, con la sua presentazione spettacolare; in ‘Ascolta bene’, perché “ti ho già cancellato da me, mi sono già allontanato da te, lo sai”, o “Las cosas que vivas”, un inno all’amicizia in cui dice cose come “nelle cose dove vivi, vivrò anch’io”.

È trascorsa così una notte in cui Laura Pausini ha coronato il suo sogno di cantare per la prima volta a Siviglia, fino a “Se fue”, con questo brano che, come “La Soledad”, faceva parte del suo primo album in studio nel 1994, quando questa adolescente di quasi 19 anni disse al mondo che era venuta alla musica per restare, e per 10.950 giorni è ancora lì, vivace e determinata a continuare così finché il suo pubblico lo vorrà. Visto quello che abbiamo visto oggi a Siviglia, e usando una similitudine andalusa come poche altre, Laura durerà più di un gazpacho in frigo. Fermin Cabanillas

Alberto Gabriele

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