Roma, 30 maggio (EFE).- L’architetto italiano Paolo Portoghesi, rappresentante della tendenza postmodernista degli anni Sessanta e ideatore di edifici come le moschee di Roma e Strasburgo, è morto oggi all’età di 92 anni, come confermato da lui stesso.
L’insegnante è morto nella sua casa nella città di Calcata (centro), vicino alla sua nativa Roma.
Il Collegio degli Architetti di Roma ha espresso il suo “grande dolore” per la perdita di “un amico, un maestro e un intellettuale che ha sempre difeso la bellezza”, mentre il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha assicurato che “oggi è un giorno di lutto per l’architettura italiana”.
La morte della Portoghesi, prima direttrice della Biennale di Architettura di Venezia, “ci priva di una figura influente sia nel campo del design che in quello della teoria. Ha alimentato una concezione globale dell’architettura, in cui l’armonia doveva realizzarsi tra l’uomo e le forme dell’ambiente costruito e costruito”, ha ricordato il Ministro.
Portoghesi nasce il 2 novembre 1931 a Roma e studia architettura all’Università La Sapienza di Roma, dove anni dopo si dedicherà all’insegnamento.
Sempre ispirato al barocco romano e soprattutto al maestro Francesco Borromini, il suo lavoro evoca anche quello di Antonio Gaudí o Le Corbusier.
Diventa così il principale rappresentante del postmodernismo degli anni Sessanta, con opere come le Moschee di Roma o di Strasburgo, il Palazzo Reale di Giordania, i Giardini di Montpellier o l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila.
Inoltre, il teorico ha diretto la Biennale di Architettura di Venezia tra il 1979 e il 1982 ed è stato presidente di questo importante forum internazionale tra il 1983 e il 1993.
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