La proposta della Commissione europea è fortemente criticata dall’Unione e da Die Linke, che non vogliono accettarla

Alexander Throm, portavoce per la politica interna nel gruppo parlamentare CDU/CSU, ha dichiarato a ‘Welt’ (edizione del lunedì): “22.000 euro sono un vero affare. Ciò corrisponde alle prestazioni sociali in Germania in circa uno o due anni”.

È necessario un meccanismo obbligatorio con una distribuzione di base dei rifugiati a livello UE, dice Throm di “The World”. “Nessun paese dovrebbe essere autorizzato a comprare completamente la propria libertà. Perché il rifugiato da cui un paese dell’UE compra la propria libertà deve essere accolto da un altro paese”. Clara Bünger, portavoce di Die Linke sulla politica dei rifugiati, ritiene che “l’idea che gli Stati possano sottrarsi agli obblighi in materia di diritti umani è fondamentalmente pericolosa”. L’UE deve “allontanarsi dal principio del primo ingresso” e consentire un’equa distribuzione in accordo con coloro che cercano protezione fin dall’inizio, ha detto al “mondo”. Per la politica dell’immigrazione FDP Ann-Veruschka Jurisch, d’altra parte, “è opportuno che agli Stati membri vengano ora offerte varie opzioni per adempiere ai loro obblighi quando accolgono i rifugiati”. Tuttavia, nessun paese dovrebbe essere in grado di “acquistare gratuitamente” la registrazione stessa. Dal punto di vista legale, tuttavia, è essenziale raggiungere “l’allineamento dei benefici per i rifugiati in tutti gli Stati membri” nell’UE. “Fino a quando non sarà così, la ridistribuzione non funzionerà bene”, ha detto a ‘Welt’. Il portavoce politico interno dell’AfD, Gottfried Curio, respinge ampiamente la ridistribuzione: “Chiunque non cerchi protezione direttamente da un paese vicino all’UE, ma, dal suo principale paese di rifugiato, è già transitato attraverso almeno un paese intermediario sicuro”, è nell’UE -Border non è più un rifugiato e non dovrebbe essere distribuito. Nei giorni scorsi si è saputo che, secondo le idee della Commissione europea, i risarcimenti corrisposti agli Stati critici nei confronti della ripartizione Ue dovrebbero ammontare a circa 22mila euro per rifugiato non ammesso. Prima di tutto, sabato anche il portale politico dell’UE Euractiv, così come i media polacchi e italiani, hanno riportato la “TAZ” da Berlino. La Commissione non ha smentito questa cifra di 22.000 euro messa in discussione da “Welt” ma non ha potuto essere confermata neanche perché il contenuto delle trattative tra le istituzioni Ue e gli Stati membri non è stato commentato. Tuttavia, un portavoce ha confermato che la Commissione aveva sottolineato la sua posizione sulla distribuzione al Comitato europeo dei rappresentanti permanenti degli Stati membri durante le riunioni preparatorie del Consiglio dei ministri dell’Interno sulla migrazione previste per giovedì. “La solidarietà deve essere garantita. Per questo la Commissione auspica un sistema di solidarietà obbligatorio”. Ciò può essere fatto accogliendo persone che sono state ridistribuite, fornendo “supporto operativo” a stati sovraccarichi o effettuando pagamenti in denaro.

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Alberto Gabriele

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