La politica migratoria italiana: un percorso difficile contro i soccorritori in mare

Dintenzione dietro le nuove edizioni che l’Italia per il privato Bagnino è inequivocabile: il lavoro delle organizzazioni umanitarie sarà reso ancora più difficile, anzi saranno subordinate alle autorità del Paese. Anche se il decreto non è così duro come avrebbe voluto la Lega cogovernativa, il premier Meloni mantiene una promessa elettorale.

Nell’Europa occidentale di sinistra, che guarda con occhio critico al nuovo governo di destra a Roma, si dimentica spesso che la limitazione dell’immigrazione irregolare gode di sostegno in altri schieramenti politici. Anche i predecessori della Meloni, Conte e Draghi, non hanno dato carta bianca ai soccorritori privati ​​in mare.

Un decimo di tutti i migranti in barca

Questo non è sorprendente date le dimensioni. Il fatto che le organizzazioni private di soccorso abbiano portato in Italia via mare un buon decimo di tutti i migranti lo scorso anno è di una portata alla quale nessun governo preoccupato di controllare i propri confini può rimanere indifferente.

L’Italia si è giustamente lamentata per anni che il resto dell’UE l’abbia lasciata sola ad affrontare il problema. Ultimo ma non meno importante, questo significa la Germania, che sostiene persino i soccorritori in mare con i soldi delle tasse. È giunto il momento di trovare qui una soluzione europea che vada oltre il reinsediamento degli alibi, che spesso non viene nemmeno effettuato.

Alberto Gabriele

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