La Costa d’Avorio afferma che entro il 2023 sarà un importante produttore di petrolio

Pubblicato il 10 dicembre 2021 alle 16:49Aggiornato il 10 dicembre 2021 alle 16:50

Quando si tratta di petrolio, presto dovremo fare i conti con la Costa d’Avorio. Il presidente ivoriano Alassane Ouattara ha detto venerdì che il suo paese diventerà un produttore “significativo” di questo idrocarburo entro il 2023. Queste dichiarazioni seguono la scoperta dei depositi nel mese di settembre. Sono gestiti dalla società italiana Eni .

“Le operazioni inizieranno nei prossimi mesi. Dal 2023 al 2024 la Costa d’Avorio sarà un grande produttore di petrolio”, ha detto il capo dello Stato alla firma degli accordi con il colosso petrolifero italiano. L’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi ha accolto con favore la velocità con cui il governo ivoriano ha dato il via libera e ha confermato che “la prima produzione da quest’area” avverrà nel 2024.

Da 1,5 a 2 miliardi di barili

La Costa d’Avorio lo scorso settembre ha annunciato la “grande scoperta” di petrolio e gas naturale al largo delle sue coste nell’est del Paese. Il potenziale di questo giacimento, denominato “Baleine”, è elevato: da 1,5 a 2 miliardi di barili di greggio e da 1.800 a 2.400 miliardi di piedi cubi di gas associato.

Finora, la Costa d’Avorio è stata un modesto produttore di idrocarburi, producendo circa 30.000 barili al giorno. Resta da vedere quale quota avrà la Costa d’Avorio nella produzione di petrolio.

Interpellato sull’argomento, Claudio Descalzi non ha fatto un numero, limitandosi a precisare che si trattava di un patto di production-sharing come quello che Eni conclude “in Africa e nel mondo”. Durante la fase esplorativa, Eni controllava il 90% del blocco CI-101 contro il 10% di Petroci Holding, che rappresenta interessi governativi.

formazione degli ingegneri

Da parte sua, il presidente Alassane Ouattara ha accolto con favore gli accordi siglati da Eni per impegnarsi nella formazione di ingegneri e dirigenti. “Certo c’è un aspetto economico, ma c’è anche un aspetto educativo, che è molto importante” per “l’occupazione giovanile”, ha spiegato.

Oltre a Eni, diverse società internazionali come Energie totali o Tullow Oil, hanno annunciato importanti scoperte negli ultimi anni nel Paese, che ha 51 giacimenti identificati, di cui quattro in produzione, 26 in esplorazione e 21 ancora vacanti o in fase di negoziazione. Glasgow COP26 e suoi Impegni sui combustibili fossili sembrano lontani.

FonteAFP

Alberto Gabriele

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