La maternità surrogata è vietata in Italia dal 2004. La coalizione di destra Melonis vuole far passare in parlamento un disegno di legge secondo il quale in futuro le coppie che ricorrono alla maternità surrogata nei paesi in cui la pratica è legale saranno perseguite penalmente.
Il Parlamento italiano sta attualmente discutendo un disegno di legge che criminalizzerebbe la maternità surrogata all’estero. Se il disegno di legge passasse, i cittadini italiani che viaggiano verso paesi in cui è legale andrebbero incontro a squalifica e multa.
Il governo sta inoltre inasprendo la sua posizione nei confronti delle famiglie con genitori dello stesso sesso.
Ai comuni che in precedenza rilasciavano certificati di nascita che riconoscevano i genitori dello stesso sesso è stato chiesto di smettere di farlo.
I giornalisti di Euronews Valérie Gauriat e Davide Raffaele Lobina hanno viaggiato per l’Italia per scoprire quali sono le conseguenze per le famiglie interessate.
La maternità surrogata all’estero è un reato
Debora e Michele si sono sposati nel 2012 con il sogno di avere una grande famiglia. Ma a Debora è stata diagnosticata un’endometriosi acuta. Una gravidanza sarebbe stata troppo rischiosa per lei. Dopo aver tentato senza successo di adottare bambini, hanno preso in considerazione la maternità surrogata all’estero, poiché in Italia è illegale.
Il Primo Ministro italiano e il suo partito populista di destra, sostenuto dalla coalizione di governo, vogliono l’unità del Parlamento. progetto di legge adottato, che criminalizza i cittadini italiani che praticano questa pratica nei paesi in cui è legale.
“Saremo nuovamente bloccati da questa legge. Tutti hanno paura”, disse Debora. Se il disegno di legge verrà approvato, la coppia rischierà fino a 2 anni di deportazione se porterà avanti il suo piano.
IL Associazione Luca Coscioni ne ha uno con esperti e altre organizzazioni controcorrente presentato.
L’offensiva contro le famiglie omosessuali
In Italia sono vietate l’adozione e le tecnologie di procreazione medicalmente assistita per le coppie dello stesso sesso. Negli ultimi anni, in alcune città italiane, chi ha trovato un’opportunità all’estero ha potuto registrare l’atto di nascita del proprio neonato, riconoscendo entrambi i genitori.
Ma il governo ha chiesto alle comunità di porre fine a questa pratica. A Padova, nel nord Italia, il rifiuto della genitorialità omosessuale ha preso una svolta ancora più radicale.
I pubblici ministeri hanno recentemente contestato 33 certificati di nascita di bambini nati da coppie lesbiche risalenti al 2017.
Irène e Laura si sono sposate in Canada. I suoi figli, Alessandra e Davide, sono nati all’estero tramite fecondazione in vitro. Sono stati informati che l’atto di nascita di Alessandra verrà rettificato eliminando il cognome della cosiddetta madre non biologica. Si aspettano lo stesso messaggio per il figlio Davide. Se un tribunale accogliesse la richiesta del pubblico ministero, i loro figli ufficialmente non sarebbero più fratelli.
“Il fatto che lo Stato persegua i bambini rimuovendo ufficialmente parte della famiglia potrebbe davvero disperarli”.dice Laura.
La soluzione sarebbe che, in casi specifici, potrebbero chiedere l’adozione. La Corte Costituzionale ha ritenuto che questa procedura non tutela gli interessi dei bambini e ha invitato il Parlamento a colmare il vuoto giuridico esistente. “Una legge sarebbe utile, a patto che non arrivi dall’attuale governo”, Zitta Irene.