La serie di leggi e dichiarazioni del governo di Giorgia Meloni, a cinque mesi dalla sua formazione, mostra l’abisso politico e morale dell’estrema destra, i suoi progetti e le sue idee reazionarie e razziste, la sua disumanità e il suo irrefrenabile istinto a dominare la gestione del potere più debole così come il suo ruolo di servitori dei padroni con una comprensione della società basata sulla disuguaglianza di classe e sullo sfruttamento.
L’estrema destra italiana agisce con una certa abilità tattica, tanto che alcuni, anche di sinistra, non ne hanno ancora compreso appieno i pericoli perché interpretano i fenomeni fascisti sulla base di vecchie cronache del passato, dimenticando ciò che un intellettuale come Umberto Eco aveva detto chiaramente: Il fascismo probabilmente tornerà sotto le sembianze più innocenti. Il nostro dovere è smascherarlo, mostrare ogni sua nuova forma – ogni giorno in tutte le parti del mondo”.1.
La brutalità dei dispositivi anti-migranti
Il comportamento più brutale è stato mostrato da Meloni, Salvini e dal ministro dell’Interno Piantedosi nella tragedia dei migranti sulla spiaggia di Cutro in Calabria: hanno permesso, anzi voluto, la strage dei migranti, l’hanno usata per rafforzare ulteriormente le misure contro i migranti stessi e per rafforzare le navi di soccorso delle ONG; Hanno incolpato le vittime per la morte dei loro figli, hanno rimproverato i sopravvissuti, diffamato i morti e voltato le spalle al dolore e alle legittime pretese dei genitori delle vittime. E come se non bastasse, pochi giorni dopo erano alla sfrenata festa di compleanno del capolista.
Misure economiche e antisociali
A questo si aggiunge un lungo elenco di misure economiche e sociali: l’abolizione del cosiddetto reddito di cittadinanza che farà morire di fame centinaia di migliaia di famiglie, leggi che garantiscono sempre più la precarietà del lavoro, una “riforma” fiscale che introduce la dimensione progressiva delle imposte personali a favore dei ricchi. L’obiettivo è arrivare a uno Tassa fissa, una riduzione delle imposte sulle società e infine l’abolizione della tassa sulla sanità pubblica. Il governo ha ritirato il folle progetto di un ponte nello Stretto di Messina, la zona terremotata per eccellenza; partecipa naturalmente alla corsa al riarmo imperialista. Infine, la destra parlamentare ha bocciato il pedigree europeo, ovvero la proposta dell’Unione Europea volta a garantire il riconoscimento dei diritti del bambino su tutto il territorio dell’Unione. È chiaro che i sindacati avrebbero già dovuto lanciare una forte mobilitazione contro questa politica del governo. Questo non succede.
La CGIL e le sue contraddizioni
Il congresso nazionale della Cgil, il più grande sindacato italiano (con più di 5 milioni di iscritti) e una storia sindacale di classe, poteva essere una buona occasione. Con sorpresa di tutti, il segretario della CGIL, Landini, ha invitato la Meloni al congresso, ritenendo necessario ascoltare le parole del presidente del Consiglio dei ministri, conferendole così autorevolezza e credibilità agli occhi dei lavoratori. Ha difeso con forza il suo programma ultraliberale, che si concentra sulle corporazioni capitaliste, le uniche in grado di produrre la ricchezza del Paese. La Meloni agisce con astuzia, consapevole che la più grande minaccia al suo progetto neoconservatore viene dalla classe operaia e dalla sua capacità di impegnarsi in lotte sociali sulla scala che sta avvenendo attualmente in Francia e in Inghilterra. Al termine del congresso, il ministro Landini ha dovuto sottolineare le profonde divergenze che esistono tra le posizioni della CGIL e quelle del governo e ha proposto una strategia di mobilitazione sociale per contrastare le politiche del governo. Non è la prima volta che prende questi impegni di lotta senza la capacità o la reale volontà di organizzare scioperi e manifestazioni efficaci, piuttosto che solo simbolici. In ogni caso, presto avremo modo di verificarlo. La dirigenza della CGIL, infatti, sembra incapace o poco disposta a comprendere il cambiamento qualitativo del quadro politico e istituzionale determinato dalla presa di potere dell’estrema destra. La Meloni non è un governo borghese di destra come gli altri; è qualcosa di più e di diverso, e questo, anche se opera nella continuità delle decisioni liberali della borghesia, spingendole all’estremo e preparando un’offensiva ancora più forte contro il movimento operaio. Siamo dunque di fronte a una contraddizione importante e difficile tra la forza oggettiva e potenziale di una grande organizzazione sindacale, che anche nelle più recenti mobilitazioni sociali si è rivelata determinante per garantire la sua dimensione di massa, e i suoi orientamenti politici e sindacali, che sono subordinati alle logiche capitalistiche, hanno finora indebolito le possibilità e la disponibilità per la più ampia mobilitazione possibile che sarebbe stata necessaria.
Elly Schlein alla guida del Pd: una falsa alternativa
Sul piano politico, nelle ultime settimane tutta l’attenzione si è concentrata sul congresso del partito del Pd, con la sorprendente elezione della giovane Elly Schlein alla guida del partito. Schlein ha battuto il tradizionale candidato dell’apparato, Bonaccini, presidente della regione Emilia-Romagna, di tendenze liberali e con forti legami con il mondo degli affari. Bonaccini ha vinto il voto dei membri ma ha perso al secondo turno nell’ampio voto pubblico, che include le preferenze dei tifosi. L’elezione di Schlein, vittoriosa soprattutto nelle grandi città, esprime l’esigenza di un elettorato e di una sensibilità politica per un Pd più combattivo e di sinistra sui temi dei diritti civili e sociali. Tuttavia, la sua vittoria non è in alcun modo paragonabile a quanto accaduto a Corbyn nel partito laburista. Schlein è stato vice di Bonaccini al governo della regione Emilia-Romagna. Il suo successo viene ora utilizzato da alcuni media e dagli stessi vertici storici del PD per rilanciare il ruolo di un partito presentato come rinnovato e capace di guidare l’opposizione al governo. Questa operazione di rilancio del PD suscita molte speranze e anche illusioni nella cosiddetta sinistra, che difficilmente si concretizzeranno perché in un partito nato come gestore del sistema capitalista, lo spazio di manovra dei segretari, al di là della propaganda, è piuttosto ristretto . Schlein è certamente forte sui diritti civili e su alcune questioni sociali, ma molto debole su questioni economiche fondamentali e, ovviamente, sulla questione cruciale dell’amministrazione del sistema capitalista del paese e delle alleanze militari. È improbabile che svolga un ruolo politico significativo nello sviluppo del confronto di classe sul posto di lavoro. In altre parole, non sarà Schleins PD a costruire un’alternativa all’attuale sistema sociale e politico.
Dinamiche contraddittorie
Questo contesto genera due dinamiche politiche in parte contraddittorie: da un lato facilita la collaborazione tra PD e Contes M5S (Movimento 5 Stelle) e aumenta le possibilità di perseguire una politica unitaria, dall’altro accentua la competizione tra le due partiti per incarnare e guidare l’opposizione al governo.
Anche la sinistra alternativa, dal canto suo, non vive una situazione facile: il contesto sociale è molto complicato e, nonostante le poche affermazioni sociali positive, la ricostruzione di forti movimenti di lotta è alquanto incerta. La sinistra radicale rischia quindi di avere meno spazio politico per il progetto della nuova alleanza tra Pd, M5S e satellite, vista la credibilità e le illusioni di alcuni settori della società Sinistra Italiana (sinistra italiana).
Sabato 25 marzo a Firenze è in programma una grande mobilitazione nazionale a sostegno della fabbrica GKN, divenuta simbolo della lotta contro il reinsediamento capitalista. Buone notizie per sollevare il morale e continuare la lotta!