Il produttore di espadrillas Payote vuole produrre un milione di paia all’anno a Perpignan

Payote, produttore di espadrillas “made in France”, vuole costruire una nuova fabbrica per soddisfare l’elevata domanda. La fabbrica sarà aperta al pubblico.

Il grande ritorno delle espadrillas: nel sud della Francia, a Perpignan, Payote è sommerso di richieste per le sue scarpe in tela “made in France”. L’azienda catalana ha registrato tre milioni di ordini nel 2022, molto meno degli 80.000 paia che fa normalmente ogni anno.

“È un prodotto simbolico molto popolare anche all’estero”, afferma il presidente Olivier Gelly, che ha fondato l’azienda sette anni prima. Payote non ha potuto rispondere a tutte le richieste ed ha potuto aprire solo due filiali, a Perpignan e Tolosa.

“La produzione francese è andata persa perché i laboratori sono falliti”, sottolinea Olivier Gelly, che ha intrapreso una “missione di delocalizzazione”.

La collezione di espadrillas Payote realizzata per la boutique Élysée. -Pagamento

Perché l’obiettivo di Payote ora è aumentare la produzione. L’azienda vuole creare una propria fabbrica in grado di produrre un milione di paia di espadrillas all’anno: la produzione delle espadrillas viene ora effettuata in collaborazione con un’azienda di Mauléon-Licharre nei Paesi Baschi.

Sono disponibili due milioni di euro, di cui 500.000 di crowdfunding, per costruire il nuovo stabilimento di 2.500 m², che dovrebbe essere costruito sul retro del negozio di Perpignan entro la fine dell’anno.

Gioco di fuga e giochi virtuali

L’intenzione principale di Payote è quella di aprire la sua fabbrica al pubblico. In un certo senso, un parco divertimenti dedicato alle espadrillas. Sul sito puoi trovare un laboratorio per realizzare le tue scarpe, giochi virtuali, un cinema o anche un gioco di fuga.

“I nostri clienti amano andare dietro le quinte, abbiamo molte richieste per visitare il nostro laboratorio di prototipazione”, che ha dato alla giovane azienda l’idea di scommettere sul turismo industriale, spiega Olivier Gelly, che frequenta scuole e dirige seminari aziendali.

Saranno creati circa 80 posti di lavoro. La fabbrica si occupa di assemblare le diverse parti della scarpa, l’azienda non produce direttamente le materie prime.”Cerchiamo di rimpatriare tutto ciò che è possibile il più possibile”, specifica Olivier Gelly. Il filo e le strisce sono francesi, il tessuto è francese, italiano o spagnolo, anche la vinaccia (una finta pelle) è italiana, mentre la juta della suola è del Bangladesh e attende una soddisfacente alternativa alla canapa francese.

Geremia Bruno Giornalista BFMTV

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Alberto Gabriele

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