Il primo gruppo di migranti a bordo di una nave militare italiana viene trasferito da Lampedusa in Albania.
Il primo gruppo di migranti a bordo di una nave militare italiana viene trasferito da Lampedusa in Albania. Si prevede che un totale di 16 uomini – alcuni provenienti dal Bangladesh, altri dall’Egitto – siano stati salvati in mare dopo aver lasciato la Libia tra martedì sera e mercoledì mattina.
A bordo della nave e all’arrivo vengono effettuate procedure di verifica per verificare se i migranti soddisfano tutte le condizioni necessarie e per determinare se le loro domande di asilo vengono accettate o respinte.
Dopo essere arrivati nella prima località nell’area portuale di Shëngjin, verranno trasferiti in una seconda località a seconda del loro status.
I due centri principali e le procedure sono interamente gestiti dalle autorità italiane, come se fossero territori italiani fuori dai confini del Paese.
Uno degli obiettivi del piano è accelerare le procedure di esame e di asilo. I migranti mantengono il diritto di chiedere asilo in Italia ai sensi del diritto internazionale e dell’UE. I richiedenti asilo la cui domanda sarà accolta verranno rimandati in Italia, mentre quelli la cui domanda sarà respinta verranno rimandati nel Paese di origine a spese dell’Italia.
I due centri, che avrebbero dovuto aprire lo scorso maggio ma hanno iniziato a funzionare la settimana scorsa, ospiteranno inizialmente fino a 400 migranti, ma secondo le autorità italiane quel numero potrebbe salire a 800 entro poche settimane.
L’accordo tra Italia e Albania, approvato dall’UE come strumento per combattere l’immigrazione, è stato criticato dai gruppi italiani per i diritti umani e dai partiti di opposizione.
Secondo loro, i costi sostenuti dall’Italia per la realizzazione dei due centri – quasi un miliardo di euro in totale – erano troppo alti.