Il ministro degli Esteri libico è stato licenziato dopo un incontro con le controparti israeliane

DIl ministro degli Esteri libico Najla al-Mangush è stato licenziato dopo aver incontrato il collega israeliano Eli Cohen. Lo ha annunciato lunedì l’ufficio del primo ministro a Tripoli. Al-Mangush e Cohen si sono incontrati a Roma la scorsa settimana per discutere degli aiuti umanitari di Israele, di progetti congiunti idrici e agricoli e della possibile cooperazione tra i due stati per proteggere i siti ebraici in Libia.

Mattia Rub

Corrispondente politico per Italia, Vaticano, Albania e Malta con sede a Roma.

Lo riferiscono lunedì i media italiani citando la Farnesina a Roma. Il colloquio di mercoledì si è svolto sotto l’egida del ministro degli Esteri Antonio Tajani, ma non si è svolto alla Farnesina – sede della Farnesina – bensì in un “luogo neutrale e discreto” a Roma.

Dopo che l’incontro non ufficiale è diventato noto, lunedì sera a Tripoli sono scoppiate violente proteste contro il governo del primo ministro Abdul Hamid Dbaiba. Secondo testimoni oculari, sono stati dati alle fiamme pneumatici, strade bloccate e un edificio che si ritiene fosse la residenza del primo ministro dato alle fiamme. Domenica Dbaiba ha temporaneamente sollevato al-Mangush dalle sue funzioni per indagare sulla questione. Il sito d’informazione libico Al-Wasat ha riferito lunedì, citando ambienti di sicurezza, che il ministro degli Esteri nel frattempo era volato in Turchia. Poi è arrivata la notizia ufficiale del suo licenziamento.

L’Italia vuole distinguersi come mediatore

La Libia e Israele non intrattengono relazioni diplomatiche e una legge libica del 1957 criminalizza esplicitamente i contatti bilaterali. Mentre il ministero degli Esteri libico ha annunciato che non ci sarà alcun incontro, ma solo un incontro “informale e impreparato”, il ministro degli Esteri israeliano Cohen ha parlato di un “incontro storico”, secondo la stampa israeliana. Questo è stato il primo passo per stabilire relazioni tra i due paesi. Un comunicato del Ministero degli Esteri libico indica invece che Tripoli rifiuta categoricamente ogni nuova normalizzazione dei rapporti con Israele.

Gli osservatori politici ora vedono le proteste a Tripoli come un tentativo da parte degli oppositori del governo di sfruttare l’incontro per indebolire o addirittura rovesciare il primo ministro Dbaiba. Israele cerca di normalizzare i suoi rapporti con i paesi del mondo arabo-musulmano per ragioni di sicurezza nazionale, mentre l’Italia, come possibile mediatore di tale riavvicinamento, cerca di distinguersi come potenza media europea con un peso storico in Medio Oriente . Si ritiene impossibile che Dbaiba non sapesse nulla dell’incontro del suo ministro degli Esteri a Roma. Sta tentando un cauto riavvicinamento tra la Libia e l’Occidente, anche al fine di rafforzare la sua instabile posizione di potere a livello nazionale rispetto ai suoi concorrenti con sede a Mosca. Nel mese di gennaio, secondo l’agenzia di stampa AP, il direttore della CIA William Burns ha condotto una campagna a Tripoli per la normalizzazione delle relazioni libico-israeliane.

Alberto Gabriele

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