Il ministro italiano dell’Economia e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha minacciato di trattenere i soldi dal recovery fund concesso al colosso automobilistico Stellantis se non fosse riuscito a giustificare i ritardi negli investimenti. Le tensioni tra l’azienda e il governo italiano continuano ad aumentare.
“Spetta a Stellantis rilanciare il settore automobilistico in Italia e aspettiamo da troppo tempo una risposta. Il governo ha fatto la sua parte, Stellantis no. »“Siamo molto impegnati nella causa della Chiesa cattolica e siamo ansiosi di realizzarla”, ha detto il ministro Adolfo Urso durante l’Incontro cattolico per l’amicizia tra i popoli svoltosi giovedì a Rimini, nel nord Italia.
Adolfo Urso ha inoltre sottolineato che il governo ha rispettato gli impegni assunti, compreso l’allentamento della normativa Euro 7 e l’istituzione di un piano di incentivi, mentre Stellantis non ha raggiunto l’obiettivo concordato di produrre un milione di automobili in Italia.
Rimangono dubbi anche sui ritardi nell’attuazione dei progetti Gigafabbrica nel comune di Termoli oltre ad altri importanti investimenti. Stellantis deve darci una risposta velocemente. Se non rispondono, i soldi del Recovery Fund verranno riassegnati altrove. Non possiamo permetterci di perdere queste risorse perché Stellantis non riesce a far fronte ai propri obblighi. Il ritardo è solo di poche ore. “Avvertì Adolfo Urso.
Ma le richieste del governo non si limitano agli investimenti.
Quest’anno, Roma ha anche intentato due cause legali di alto profilo contro Stellantis per le sue pratiche di marketing. La capitale italiana accusa la casa costruttrice di ingannare i consumatori dipingendo i veicoli come tipicamente italiani anche se fabbricati all’estero.
Ad aprile, il governo ha impedito alla società di chiamare “Milano” un nuovo modello Alfa Romeo prodotto in Polonia, affermando che sarebbe fuorviante associare l’auto a una città italiana quando viene prodotta altrove.
A giugno, dopo aver sequestrato centinaia di veicoli, un giudice italiano ha stabilito in via provvisoria che la Fiat Topolino elettrica di fabbricazione marocchina aveva ingannato i consumatori sulle sue origini. Portava adesivi con la bandiera italiana e i nomi “Topolino” e “Topolino Dolcevita”, che secondo il tribunale indicavano che si trattava di un prodotto realizzato in Italia.
Le critiche del governo si spiegano in parte con il fatto che Stellantis, nata dalla fusione di Fiat Chrysler e del gruppo francese PSA, è l’ultimo grande produttore di automobili in Italia. Possiede quasi tutti i marchi storici del Paese, tra cui Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Maserati, ad eccezione di Lamborghini, di proprietà della tedesca Audi, e Ferrari.