Il fondatore e direttore dell’Ong Open Arms, Oscar Camps, testimonierà venerdì prossimo davanti a un giudice a Palermo (Italia) in una nuova udienza del procedimento giudiziario contro l’ex ministro dell’Interno italiano e attuale ministro dei Trasporti, Matteo Salvini.
Come riportato da Open Arms in un comunicato da Badalona (Barcellona), oltre ai campi, sono stati chiamati a testimoniare in questo tribunale anche comandanti della Marina Militare italiana, periti richiesti dall’accusa e dalla difesa, l’ex portavoce della Guardia Processo a carico di Salvini Litorale Vittorio Alessandro e del contrammiraglio in pensione Sandro Gallinelli.
“Sarà un’udienza particolarmente importante perché si svolge a pochi giorni da due naufragi al largo delle coste italiane, che hanno profondamente scosso l’opinione pubblica, e perché sarà l’occasione per capire meglio quali fossero le norme che regolano il salvataggio marittimo, che erano e sono ora gli obblighi dei governi e delle navi in mare, e le carenze e le inefficienze che continuano a caratterizzare la condotta delle autorità”, ha detto Camps.
Il direttore di Open Arms ha ricordato che “nelle precedenti udienze è emerso un fatto preoccupante accaduto in questi giorni di agosto 2019: il sommergibile Venuti della Marina Militare Italiana era nei pressi della nostra nave durante le prime operazioni di soccorso, effettuate dalla Open Bras”. .
“Invece di intervenire e coordinare o supportare i nostri soccorritori, l’equipaggio del sommergibile si è limitato a filmare la nostra operazione di raccolta di materiale utile per uno scopo sconosciuto”, ha criticato Camps, che ha denunciato di default l’equipaggio e il comandante del sommergibile militare italiano.
“Non è più una questione di mancanza di principi e di valori umani, né del grado di manipolazione di certi media. È importante chiarire il genere di certi politici ripetuti che hanno evidenti responsabilità nelle ultime morti”, ha affermato Fields. .
Secondo il direttore di Open Arms, ricostruire gli eventi di quei giorni “sarà utile per comprendere meglio la catena di responsabilità che, negli ultimi anni, ha trasformato il Mediterraneo nella fossa comune più grande del mondo”.
“Le bare bianche che abbiamo visto allineate nel Palamilone di Cutro rappresentano quelle di tutti i ragazzi e ragazze, donne e uomini che giacciono in fondo al mare e di cui non rimane traccia. Sono l’emblema di anni di stragi, il prodotto di precise decisioni politiche che condanniamo fermamente”, ha criticato.
Camps ha ritenuto che “questo processo sarà l’occasione per giudicare questi anni neri della storia democratica europea” e ha ricordato che, dal 2014, più di 26mila persone hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale.
“Difenderemo ancora una volta il diritto di tutti a vivere, a scegliere, a muoversi liberamente, a proteggere se stessi e i propri cari. Soprattutto difenderemo e proteggeremo i diritti inviolabili di ogni essere umano e chiederemo il rispetto dei doveri di solidarietà e giustizia”, ha concluso Camps.
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