Con il collega italiano Sergio Mattarella ha deposto dei fiori sulla tomba dell’artista ad Amboise. Alla domanda se lui ed E. Macron avessero fatto la pace, S. Mattarella ha risposto: “Non era necessario”. Secondo lui, i rapporti tra i due paesi sono forti.
Il creatore della Gioconda morì in Francia il 2 maggio 1519, ma era originario della Toscana in Italia. Giovedì, E. Macron e sua moglie Brigitte hanno accolto S. Mattarella e sua figlia Laura allo Château du Clos-Luce, dove L. da Vinci trascorse gli ultimi anni della sua vita e dove morì. Il re francese Francesco I invitò il pittore ad Amboise nel 1516. Francesco I era un amante dell’arte e ammirava molto L. da Vinci.
L’artista rinascimentale è conosciuto non solo come pittore, ma anche come scultore, architetto, ingegnere e scienziato. Quest’anno i musei di molti paesi gli hanno dedicato le loro mostre. Sono più di 500 gli eventi in programma solo nella sua nativa Italia.
Prima di arrivare ad Amboise, S. Mattarela ha visitato anche la cattedrale Notre-Dame de Paris, gravemente danneggiata da un incendio. Ha detto che voleva mostrare “l’amicizia tra Italia e Francia”.
I due paesi vicini sono orgogliosi dei loro legami storici e culturali. Ma negli ultimi mesi le tensioni sono aumentate. Il governo francese, ad esempio, non ha nascosto all’inizio dell’anno che il vice primo ministro italiano Luigi Di Maio aveva incontrato in Francia i rappresentanti del movimento di protesta dei “Gilet Gialli” senza previo accordo. Risultato: Parigi ha richiamato per un certo periodo anche il suo ambasciatore da Roma.