I potenziali acquirenti di Telecom Italia stanno rivedendo le loro offerte per la terza volta

La telenovela continua. Per la terza volta, la Caisse des dépôts (CDP) italiana e il fondo di investimento americano KKR hanno presentato due offerte non vincolanti per l’acquisizione della rete fissa da Telecom Italia (TIM), l’operatore di telecomunicazioni annunciato venerdì. Queste due proposte saranno vagliate dal consiglio di amministrazione della società nelle prossime riunioni del 19 e 22 giugno. L’importo non è noto, le offerte precedenti sono state considerate insufficienti.

Il management di TIM ha presentato a giugno 2022 un piano strategico incentrato sulla scissione tra la rete di telefonia fissa in vendita e le sue attività di servizio. La cessione della rete dovrebbe consentire a Telecom Italia di ridurre il suo ingente indebitamento, salito a 25,8 miliardi di euro nel primo trimestre.

Una terza offerta non è sufficiente?

La presentazione di queste offerte fa seguito ad una richiesta esplicita dell’amministratore delegato di Telecom Italia, Pietro Labriola, alla quale le due società hanno tempo fino al 9 giugno per rispondere. Con la ricostituzione di KKR e CDP, il manager ha espresso parere contrario a Vivendi, il maggiore azionista del gruppo, che ha auspicato l’interruzione delle trattative, definendo le offerte largamente inadeguate.

E a ragion veduta: la dimensione delle offerte presentate ieri è sempre prevista ben al di sotto delle aspettative di Vivendi, che aveva fissato un livello molto alto chiedendo 31 miliardi di euro dal 2022, ha detto ad AFP una fonte vicina alla questione. CDP aveva proposto 19,3 miliardi di euro a maggio, rispetto a circa 18 miliardi di euro in un’offerta iniziale, mentre KKR ha proposto 21 miliardi di euro, rispetto ai 20 miliardi di euro precedenti.

A metà maggio, la CDP ha indicato che c’erano pochi margini per aumentare la propria offerta. Alla fine, però, il cda di Cdp ha dato il via libera a una nuova offerta, conferma la banca di Stato in un comunicato. ” L’offerta è valida fino al 30 luglio ha aggiunto la Cdp, controllata all’82,7% dallo Stato italiano.

Sulla strada per diventare un acquirente a due teste?

Stante questa discrepanza tra le offerte e l’importo richiesto dagli azionisti di TIM, il Ministero dell’Economia italiano ha annunciato all’inizio di maggio di essere pronto a sostenere un’eventuale offerta congiunta di CDP e KKR. E in questo momento, i due potenziali acquirenti non sembrano escludere questo scenario. Lo Stato ha un vero potere in materia, essendo il secondo azionista di Telecom Italia dopo Vivendi, che ne detiene il 23,75%, attraverso il 9,81% di CDP.

KKR possiede già il 37,5% di FiberCop, l’operatore di rete di Telecom Italia. Una quota per la quale il fondo ha sborsato 1,8 miliardi di euro nel 2021. Abbastanza per trovare un terreno comune?