I cecchini politici italiani

Quando l’Italia sta per rimettersi in carreggiata, spesso è un avvertimento di un’imminente crisi di governo. Il premier Mario Draghi è stato colpito alla schiena da alcuni dei suoi dopo un anno, cinque mesi e sei giorni alla guida di un governo di unità nazionale. Giovedì, il presidente Sergio Mattarella non ha visto altra via d’uscita dalla crisi se non quella di accogliere la seconda richiesta di impeachment di Draghi e indire nuove elezioni il 25 settembre.

In una confusa e drammatica seduta al Senato mercoledì a Palazzo Madama, Draghi ha ricevuto la fiducia con 95 voti contro 38. Il giorno dopo si è riunito alla Camera dei Deputati a Palazzo Montecitorio, dove ha anche il sostegno di maggioranza, per salutare prima di andare da Mattarella e chiederne le dimissioni.

In teoria, avrebbe potuto restare fermo. Ma aveva bisogno del sostegno di tutti e sei i partiti del suo governo. Voleva legarli all’albero maestro per guidare l’Italia attraverso la tempesta che tutti si aspettano in autunno, realizzare le dolorose riforme necessarie e approvare un bilancio statale per rimettere in carreggiata la nave italiana. .

La maggior parte degli italiani non vuole nuove elezioni, secondo i sondaggi vogliono Draghi al potere fino alle elezioni regolari di maggio del prossimo anno. Il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez hanno chiesto ai leader politici italiani di riconsiderare la loro posizione.

Alberto Gabriele

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