Governo in Italia: quanto è vicina la coalizione al Cremlino?

: Quanto è vicino il governo italiano al Cremlino?

di Andreas Postel e Francesco Conte, Roma

22/02/2024 | 16:13

Il premier italiano Meloni si schiera contro la Russia. Il partner della coalizione, la Lega, mostra simpatia per il Cremlino. La morte di Navalny alimenta le polemiche.

Dopo la morte di Alexei Navalny, il primo ministro Meloni è chiaramente contro il presidente Putin. Le cose vanno diversamente con il loro partner di governo, la Lega.

21/02/2024 | 02:17 minuti


Sono passati cento anni da quando l’Italia stabilì relazioni diplomatiche con quella che allora era l’Unione Sovietica. Il governo fascista di Benito Mussolini è solo il secondo paese occidentale a riconoscere l’URSS. Ma dopo la guerra in Ucraina i rapporti tra Italia e Russia sembrano incrinati: il premier Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia, ha più volte preso una posizione netta contro la Russia. Ciò divide la coalizione a Roma, in particolare a causa della morte dell’avversario di Putin, Alexei Navalny.

La Lega Italiana prende le distanze dalle critiche alla Russia

Perché con i soci minori della Meloni al governo, Forza Italia e Lega, le cose sembrano un po’ diverse. Con la morte dell’ex primo ministro Silvio Berlusconi, Forza Italia ha perso il suo rapporto personale con il leader del Cremlino Vladimir Putin e sta cercando di posizionarsi come forza filo-europea in vista delle elezioni europee.

Tuttavia, ciò sembra aprire nuove possibilità alla Lega populista di destra del leader del partito Matteo Salvini di prendere le distanze dalle posizioni eccessivamente critiche dei suoi partner di governo nei confronti della Russia.

Con un totale di circa il 43% dei voti alle elezioni parlamentari italiane, l’alleanza di destra attorno alla post-fascista Giorgia Meloni, al conservatore di destra Matteo Salvini e al conservatore Silvio Berlusconi festeggia.

26 settembre 2022 | 02:21 minuti


Polemica al memoriale di Alexei Navalny

La morte di Alexei Navalny, avvenuta il 16 febbraio, ha ormai riacceso le polemiche attorno alla Lega. Massimiliano Romeo, deputato del Senato e membro della Lega, è stato aggredito lunedì durante una fiaccolata in memoria di Navalny a Roma a causa della vicinanza della Lega al partito del Cremlino. Russia Unitacon cui la Lega ha siglato un accordo politico nel 2017.

Dopo la morte di Navalny, molte domande rimangono senza risposta. Finora le autorità russe non hanno rilasciato dichiarazioni concrete. Il Ministero degli Esteri ha convocato l’ambasciatore russo.

19/02/2024 | 01:32 minuti


Romeo ha affermato che la causa della morte di Navalny deve essere chiarita dai tribunali, scatenando un’accesa polemica con l’organizzatore dell’evento commemorativo e capo del partito liberale Azione, Carlo Calenda. Lui ha sottolineato che il sistema giudiziario russo non è indipendente.

Neofascisti italiani in visita all’ambasciata russa

Una situazione spiacevole per la Lega, che sta letteralmente tentando di ballare sui due matrimoni, adottando da un lato una posizione occidentale e dall’altro mantenendo rapporti semi-ufficiali con la Russia. L’8 febbraio tre italiani con simpatie neofasciste erano presenti ad un ricevimento presso l’ambasciata russa a Roma. Uno di loro, Maurizio Murelli, è considerato un ponte nei rapporti tra Lega e Cremlino.

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Le aziende italiane restano in Russia

Sono passati nove anni da quando il leader della Lega Matteo Salvini, da eurodeputato, scrisse dopo un discorso del presidente italiano Sergio Mattarella a Strasburgo:

Rinuncerò a due Mattarella in cambio di mezza Poutine.

Matteo Salvini nel 2015

Nove anni dopo, Salvini, ora parte del governo italiano, ha ufficialmente rinunciato alle sue simpatie per Putin dopo l’invasione dell’Ucraina, ma non vuole ignorare gli interessi economici di alcune aziende italiane in Russia. Secondo il think tank italiano Ispi, solo il 10% delle aziende italiane registrate in Russia lascerà il Paese entro la fine del 2022, nonostante le forti pressioni del governo italiano.

Imprenditori: rapporto positivo con la Russia

Vittorio Torrembini, presidente dell’Associazione degli imprenditori italiani in Russia, ha dichiarato in un’intervista a un giornale russo che l’Italia ha perso il 35% delle sue esportazioni verso la Russia. Lui ha sottolineato che molte aziende italiane in Russia lavorano anche come fornitori di grandi aziende tedesche.

Secondo Torrembini “è impossibile spiegare razionalmente i rapporti tra Russia e Italia, perché i russi amano gli italiani e gli italiani sono molto felici in Russia”.

Certamente le aziende rimaste in Russia se la passano bene così come quelle che sognano di tornarvi a fare i propri affari come al solito. Settori che non sono importanti solo dal punto di vista economico, ma che valgono sicuramente voti anche alle elezioni europee.

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Alberto Gabriele

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