C’è stato molto rumore alla fiera di Milano. Le banche italiane hanno subito un forte calo. Il governo del primo ministro italiano Giorgia Meloni imporrà tasse aggiuntive sui cosiddetti profitti in eccesso delle banche del Paese. La mossa fa seguito alle critiche di Meloni nei confronti dei continui aumenti dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE). Di conseguenza, le banche vedono i loro profitti aumentare notevolmente a causa dell’aumento del reddito da interessi. Tuttavia, i risparmiatori ricevono poco più interesse, mentre i costi di finanziamento per le imprese e le famiglie sono aumentati notevolmente.
Le principali banche italiane UniCredit e Intesa Sanpaulo hanno perso oltre il 6% e quasi l’8%. Di conseguenza, l’indice principale di Milano è sceso di oltre il 2%. Anche altre banche europee hanno sofferto molto. Ciò è dovuto in parte al fatto che l’agenzia di rating Moody’s ha abbassato il rating di credito di diverse banche minori negli Stati Uniti. Inoltre, Moody’s ha avvertito che anche i rating di alcune grandi banche potrebbero essere declassati.
Intorno a mezzogiorno l’AEX era in ribasso dello 0,8% a 765,82 punti. Anche il MidKap è sceso dello 0,8% a 905,82 punti. I mercati azionari di Francoforte, Londra e Parigi sono scesi all’1%.
Tra i principali fondi di Amsterdam, ING (-2,3%) ha registrato il calo maggiore. Il concorrente ABN AMRO pubblicherà i suoi risultati mercoledì e limiterà la perdita allo 0,8%. Il gruppo di supermercati Ahold Delhaize, che apre i conti anche mercoledì, ha registrato l’aumento maggiore con un aumento dello 0,6%.
Il gruppo chimico specializzato DSM-Firmenich e il gruppo siderurgico ArcelorMittal hanno perso rispettivamente il 2,1 e l’1,8%. Entrambe le società hanno sofferto dei deboli dati commerciali dalla Cina, dove le esportazioni e le importazioni sono diminuite in modo significativo. Questi dati dimostrano ancora una volta che la ripresa della seconda economia mondiale è traballante.
L’euro valeva 1,0971 dollari, contro 1,1002 dollari del giorno prima. Il prezzo del barile di petrolio americano è sceso dell’1,6% a 80,66 dollari. Il petrolio Brent è diminuito dell’1,7% a 83,93 dollari al barile.