IOIl capo del governo italiano, Giorgia Meloni, vuole che in futuro il primo ministro italiano venga eletto direttamente. È la “madre di tutte le riforme”, ha detto venerdì il primo ministro di estrema destra ai giornalisti a Roma presentando il disegno di legge. La riforma mira a promuovere “la stabilità del governo e il (suo) orientamento politico”.
Tuttavia, è estremamente dubbio che la riforma verrà attuata: per apportare le necessarie modifiche costituzionali, il governo avrebbe bisogno di un accordo con i partiti dell’opposizione o di ottenere il consenso dei cittadini in un referendum nazionale.
La maggior parte dei governi italiani ha avuto una vita estremamente breve per decenni: l’attuale governo è il settimo governo italiano in dieci anni.
Gli ostacoli alle riforme sono elevati
Il progetto di riforma del governo Meloni prevede che dopo le elezioni legislative, il candidato al primo posto della lista elettorale che avrà ottenuto più voti diventerà automaticamente capo del governo. La lista elettorale più votata dovrebbe ricevere anche un bonus di maggioranza, che le garantirà almeno il 55% dei seggi in entrambe le camere del Parlamento.
Finora in Italia, dopo le elezioni parlamentari o dopo la caduta di un governo, il presidente incarica un candidato promettente di candidarsi per la maggioranza di governo. Se non c’è la maggioranza, indice nuove elezioni. Il governo Meloni vuole che al capo dello Stato vengano ritirate entrambe le opzioni.
Gli ostacoli alla riforma sono elevati. Le modifiche alla Costituzione italiana devono essere adottate da ciascuno dei due rami del Parlamento due volte, a distanza di almeno tre mesi l’una dall’altra. Per la seconda votazione è necessaria la maggioranza dei due terzi in entrambe le Camere, cosa che il governo Meloni non ha. Se gli emendamenti costituzionali ottengono solo la maggioranza semplice, i cittadini devono votarli anche in un referendum nazionale.