Furlani non può promettere al Milan che eviterà ulteriori cessioni importanti

I commenti di oggi dell’amministratore delegato dell’AC Milan, Giorgio Furlani, hanno lanciato un campanello d’allarme tra i tifosi, avvertendo che potrebbero esserci ulteriori cessioni di giocatori chiave come Sandro Tonali al Newcastle United.

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Furlani, parlando al DLA Piper Sport Forum di Milano, ha osservato che il club era “sull’orlo della bancarotta” quando Elliott Management è succeduto a Yonghong Li.

Pur assicurando che le cose sono cambiate da allora e che i ricavi stanno aumentando per reinvestire nella squadra, ha anche dovuto ammettere che gran parte dell’attuale campagna trasferimenti è stata finanziata dalla vendita del favorito dei tifosi Tonali al Newcastle.

Gli è stato chiesto se potrebbero esserci più vendite da parte dei grandi giocatori in un formato simile e se le stelle più importanti rimarrebbero in futuro.

“Non lo so, vedremo”, è stata la risposta incerta.

“L’anno scorso il Milan è andato in utile per la prima volta dopo 17 anni. Ovviamente il successo economico è legato al successo sportivo. Certo dobbiamo essere competitivi, ma non a tutti i costi. Siamo competitivi e monitoriamo anche i costi.

Furlani ha anche sottolineato i pericoli che potrebbero correre i club di Serie A se il governo portasse avanti le sue minacce e abrogasse il Decreto Crescita, un sistema che permette loro di pagare solo il 50% delle tasse sui salari quando ingaggiano giocatori stranieri.

“Se il decreto crescita verrà revocato, crollerà tutto. Ciò significherebbe la distruzione del calcio italiano. Dall’introduzione del Decreto Crescita i nostri club in Europa hanno ottenuto ottimi risultati perché siamo un’azienda basata sui talenti.

“Economicamente siamo indietro rispetto ad altri mercati, è impossibile costruire un nuovo stadio, ci sono restrizioni per i giocatori extraeuropei, restrizioni sulla durata dei contratti… L’unica cosa che può renderci competitivi rispetto agli altri campionati europei, ” cioè il decreto crescita.

Secondo Furlani, le squadre hanno bisogno di nomi di stelle per raccogliere fondi dalle sponsorizzazioni, che a loro volta vengono reinvestiti nella squadra.

“I nostri sponsor sono a capitale straniero, poiché non possiamo offrire un buon prodotto senza i migliori attori della scena, non ha senso fare progetti. Sembra del tutto folle abrogare il decreto crescita a livello nazionale”.

Alberto Gabriele

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