ANKARA: Recep Tayyip Erdogan, riconfermato leader della Turchia per un mandato di cinque anni, sabato ha iniziato il suo terzo mandato da presidente invitando il suo paese diviso a “fare la pace”.
Il leader 69enne, di cui 20 al potere, è stato rieletto il 28 maggio con il 52% dei voti dopo una campagna elettorale aggressiva e due turni di votazioni, e ha prestato giuramento davanti al parlamento tra gli applausi del suo campo: insieme ai loro alleati ultranazionalisti detiene la maggioranza dei 600 seggi.
In serata, dopo la cena di gala, alla presenza di quasi 80 leader stranieri, Erdogan ha annunciato la formazione del suo nuovo gabinetto, che ha subito grandi cambiamenti, in particolare nei settori della difesa, della politica estera e dell’economia.
In precedenza aveva annunciato che questo nuovo governo si sarebbe riunito per la prima volta martedì.
È un leader indulgente senza precedenti che, dal suo vasto palazzo presidenziale su una remota collina ad Ankara, ha esortato i suoi oppositori a “trovare un modo per fare la pace”.
“Mettiamo da parte il risentimento e la rabbia di questa legislatura”.
“Ci aspettiamo che l’opposizione agisca con senso di responsabilità per il benessere e la democrazia della Turchia”, ha proseguito, prima di invitare “i partiti” ma anche “giornalisti, scrittori, società civile e artisti” a impegnarsi per riconciliare il conflitto nazionale Volere”.
Per non parlare delle decine di migliaia di rappresentanti di tutte queste categorie che sono dietro le sbarre.
“Imparzialità”
I parlamentari dell’opposizione sono rimasti seduti anche quando l’assemblea si è alzata dopo il giuramento e il discorso del capo dello Stato, promettendo tra l’altro di “adempiere al proprio dovere in modo imparziale”.
Sotto una pioggia torrenziale – presagio in Turchia di abbondanza – Erdogan si è recato dal Parlamento al mausoleo di Ataturk Da lì, ha brevemente accolto “una nuova era” e ha promesso di “riportare a casa le vittime del terremoto il prima possibile”.
Almeno 50.000 persone sono morte nel disastro del 6 febbraio, che ha lasciato milioni di senzatetto nel sud del Paese, di cui 3 milioni sfollati.
Poi è tornato nel magnifico palazzo presidenziale che aveva costruito, dove ha detto che lo stavano aspettando “78 leader stranieri”, così come il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, che sedeva in prima fila.
Quest’ultimo ha dovuto provare a rilanciare di nuovo Il veto della Turchia all’ingresso della Svezia nell’Alleanza atlanticasospeso per tredici mesi, forse in vista di un vertice organizzativo a Vilnius a luglio.
Nonostante una costituzione modificata e una nuova legge contro il terrorismo, Ankara continua ad accusare la Svezia di accogliere profughi curdi, che definisce “terroristi”.
Il primo ministro armeno Nikol Pashinian ha preso il suo posto accanto ai tradizionali alleati della Turchia come il presidente azero Ilham Aliyev, l’ungherese Viktor Orban e i primi ministri del Qatar Mohammed bin Abderrahmane Al-Thani, che sono stati tra i primi a chiedergli la rielezione.
“Altre iniziative”
L’Armenia e la Turchia non hanno mai ufficialmente stabilito relazioni diplomatiche e il loro confine condiviso è stato chiuso dagli anni ’90, ma il riavvicinamento è in corso dall’inizio del 2022, sebbene Ankara abbia espresso Baku sulla questione del Nargorno-Karabakh tra Yerevan e l’Azerbaigian.
Da segnalare anche la presenza del capo di stato venezuelano Nicolas Maduro e di molti capi di stato africani – Congo, Rwanda, Somalia, Sudafrica, Algeria – a testimonianza dell’attiva diplomazia di Ankara nel continente.
A tutti ha promesso “più iniziative per risolvere le crisi globali”: dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, Ankara è riuscita a mantenere i rapporti con le due capitali – senza imporre sanzioni a Mosca – e si offre regolarmente di mediare.
Dopo la cena di gala, Erdogan si è recato al palazzo presidenziale di Cankaya, dove viveva Mustafa Kemal, per annunciare la composizione del suo nuovo governo.
Come previsto, un esperto riconosciuto, Mehmet Simsek, ex ministro delle finanze (2009-2015) e poi vice primo ministro incaricato dell’economia (fino al 2018), si fa carico dell’economia, una priorità del Paese.
Il nome di Mr Simsek, 56 anni, è circolato con forza: ex economista della banca americana Merrill Lynch, sarà lui a riportare un po’ di ortodossia nelle politiche fiscali del Paese, nel tentativo di ripristinare la fiducia degli investitori.
Oltre all’inflazione di oltre il 40% — e addirittura del 73% per il 2022 — la valuta nazionale è in caduta libera a oltre 20,95 lire turche per dollaro sabato, nonostante i miliardi di dollari inghiottiti durante la campagna di rinvio affonda.
Saranno rinnovati anche i ministeri sovrani più importanti: Hakan Fidan, ex capo dei servizi segreti turchi Mit, assumerà la guida della Farnesina e sostituirà Mevlut Cavusoglu.
In difesa, Yasar Güler, Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate, succede a Hulusi Akar, l’ex Capo di Stato Maggiore, che ricopre l’incarico dal luglio 2018.
Akar è stato visto come l’architetto della resistenza al fallito colpo di stato del luglio 2016.
Rimangono in carica solo due ministri, Salute e Cultura.