È stata avviata una “class action” contro il marchio Barilla, accusato di non essere abbastanza italiano

I consumatori dietro queste cause legali credono che l’azienda dia troppa enfasi alla sua identità originale, anche se i suoi prodotti alimentari sono fabbricati oltre Atlantico.

Barilla troppo americana e non abbastanza italiana? Almeno questa è l’opinione di due clienti che vivono negli USA, Matthew Sinatro e Jessica Prost, che hanno intentato causa contro la famosa azienda alimentare. In domanda? La prima impressione dopo aver acquistato diverse confezioni di pasta è stata che fosse prodotta in Italia. Ma nonostante lo slogan del marchio affermi: “primo marchio di pasta in Italia» – I prodotti sono fabbricati negli stati dell’Iowa e di New York. Così negli Stati Uniti. I due consumatori accusano il marchio di pubblicità ingannevole. Il giudice che ha esaminato il caso ha sottolineato che i clienti potrebbero essere ingannati dalla commercializzazione dei prodotti. Questi ultimi riportano sulla confezione blu i colori verde, rosso e bianco, che ricordano la bandiera italiana.

Secondo la coppia, l’azienda italiana voleva approfittare del fatto che i consumatori erano disposti a pagare di più per prodotti che credevano provenissero dall’Italia. La coppia accusa anche la Barilla di cercare di ridurre i costi di produzione producendo la pasta negli Stati Uniti. Alla luce di queste accuse, l’azienda italiana sottolinea sul suo sito che gran parte del cibo venduto negli Stati Uniti è prodotto sul suolo americano e che questa informazione è chiaramente visibile sulla confezione. Ad eccezione di alcuni tipi di pasta come i tortellini o le lasagne, che sono made in Italy. La Barilla afferma inoltre che le sue macchine americane sono identiche a quelle delle sue fabbriche europee.

Nonostante questi chiarimenti, il giudice ha respinto l’istanza della Barilla di archiviazione del processo, confermando che i clienti erano effettivamente un”danno economicoMentre Matthew Sinatro e Jessica Prost chiedono un risarcimento economico, vogliono anche giustizia per impedire alla Barilla di utilizzare il marchio italiano sulle proprie confezioni.

VEDI ANCHE – “Il consumatore deve essere informato”: Foodwatch reagisce alla sostituzione dell’olio di girasole nei prodotti

” data-script=”https://static.lefigaro.fr/widget-video/short-ttl/video/index.js” >

Alberto Gabriele

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *