È stato un regalo di Natale inaspettato per Emmanuel Macron! Questa è la grande intervista pubblicata il 30 dicembre Le figaro concesso dal presidente algerino Abdelmadjid Tebboune al giornalista Yves Thréard, abituato al terreno africano e anche vicedirettore del quotidiano di destra. Infatti, in questo scambio, in cui tutti gli argomenti sono stati messi sul tavolo, l’omologo algerino del presidente francese ha moltiplicato le dichiarazioni di amicizia e di accondiscendenza nei confronti della Francia e dell’Eliseo. Il titolo scelto Le figaro è chiaro: “C’è un urgente bisogno di inaugurare una nuova era nelle relazioni franco-algerine”. Nel preambolo, Tebboune accoglie quindi con favore la decisione francese di riportare il rilascio dei visti ai cittadini algerini al livello del 2019 (dall’autunno 2021, la Francia aveva deciso unilateralmente di dimezzare il rilascio di questi visti, provocando così una grave crisi diplomatica per le autorità algerine ).
Caotico primo quinquennio tra i due paesi
Questa intervista non sarebbe stata una sorpresa completa per Emmanuel Macron. Nelle settimane precedenti, diplomatici e capi dell’intelligence di entrambi i paesi hanno avuto lunghi scambi mentre i due paesi si sono impegnati a seguire il viaggio di Emmanuel Macron ad Algeri e Orano lo scorso agosto. All’epoca il presidente francese era accompagnato da numerosi ministri, grandi capi (in particolare Rodolphe Saadé e Xavier Niel), ma anche da Bernard Émié, capo della DGSE, che è stato ambasciatore francese ad Algeri tra il 2014 e il 2017. Gli dobbiamo , in particolare, il riavvicinamento tra Francia e Algeria dalla rielezione di Emmanuel Macron nella primavera del 2022. Da allora, infatti, il presidente francese ha cercato in tutti i modi di ristabilire i legami con l’Algeria dopo un primo mandato disordinato di cinque anni tra i due paesi .
Infatti, dietro le quinte, alcune reti francesi, finora trascurate dall’Eliseo, si sono discretamente impegnate al fianco di Emmanuel Macron in questo tentativo di riconciliazione con l’Algeria, dopo la sua rielezione. Durante il viaggio del presidente francese lo scorso agosto, Arnaud Montebourg, diventato presidente della Federazione Francia-Algeria nel 2018, ha svolto un ruolo di primo piano nella delegazione ufficiale. Apparentemente, l’ex ministro socialista, ex candidato alla presidenza che non ha mai perso occasione per beccare il presidente Macron durante il precedente mandato quinquennale, sembrava ovvio–lei–ha deciso di interpretare “l’unione nazionale” nel dossier algerino.
riconciliazione
Un’altra personalità ha avuto un ruolo in questo approccio: l’ex ministro e produttrice francese Yamina Benguigui, presente anche durante il viaggio di agosto. Quest’ultimo, molto vicino alla coppia Macron dal 2016, ha quindi mobilitato tutte le sue reti in Algeria per aiutare l’Eliseo a rimettere le cose in ordine con il potere algerino. E nonostante i pregiudizi della piccola Parigi, Benguigui ha contatti con le alte sfere dell’Algeria. A cominciare dal presidente Tebboune–anche. Ad esempio, abbiamo visto Yamina Benguigui in buona posizione sul podio presidenziale alla parata militare tenutasi il 5 luglio in Algeria per celebrare l’anniversario del 60° anniversario dell’indipendenza del Paese.
Nel bel mezzo della guerra in Ucraina, si potrebbe pensare che le questioni energetiche per l’Eliseo sarebbero state in cima alla lista negli scambi con Algeri. Eppure, quando Thréard chiede al presidente Tebboune dove stiano questi problemi con la Francia, quest’ultimo insiste: “Non siamo in questi account di farmacisti. (…) Se la Francia ci chiedesse di aumentare le nostre esportazioni di gas, lo faremmo. Non l’ha ancora fatto. L’ha chiesto l’Italia.. Non sarebbe gas algerino–non è una priorità per la Francia? L’Italia sta ora costruendo un secondo gasdotto via Sicilia, aumentando così le sue forniture di gas dall’Algeria da 25 a 35 miliardi di m3 all’anno. Un progetto che, secondo il presidente algerino, lo renderà possibile “Fare dell’Italia un hub per il resto d’Europa, in particolare il Centro Europa”.
Sbarazzati dei complessi
Ma al di là dell’economia, mentre il dibattito francese continua a diventare teso con l’estrema destra, il presidente Tebboune ha insistito per fare dichiarazioni forti in un’area puramente politica tra i due paesi. “La Francia deve liberarsi dal suo complesso coloniale e l’Algeria dal suo complesso coloniale”, ha–lei–ha affermato per primo. Prima di aggiungere: “Più di sessant’anni dopo la guerra, dobbiamo andare avanti. Se la memoria fa parte dei nostri geni comuni, condividiamo anche molti interessi fondamentali, anche se i nostri punti di vista possono differire”. Una dichiarazione che il presidente francese non smentirebbe.
Questa è forse la più grande novità di questa intervista: le calorosissime (e numerose) parole del presidente algerino al suo omologo francese: “Sì, abbiamo una certa complicità. Vedo in lui l’incarnazione che può salvare le relazioni tra i nostri due paesi. Il suo vantaggio è che non ha nulla a che fare con la colonizzazione. Né lui, né la sua origine, né la sua famiglia. Abbiamo un’amicizia reciproca. Certo, come me, abbiamo avuto formule sfortunate, ma mi sembra che questa sia la prima volta che esiste un tale rapporto di fiducia tra i nostri due paesi.
Queste dichiarazioni contrastano con le parole particolarmente dure scambiate tra i due presidenti nell’autunno 2021. Perché dentro–Al di là della questione dei visti, l’Algeria può essere soddisfatta della nuova strategia francese nel Sahel, che lascia più spazio soprattutto ai suoi partner africani. Come promemoria laterale“È un peccato che a un certo punto la Francia non volesse che l’Algeria esercitasse la sua influenza”.Il presidente Tebboune ne è convinto “Laggiù, la soluzione è economica all’80%, sicura al 20%”. Altra sorpresa: il capo dello Stato non esita a prendere le distanze dalla compagnia paramilitare russa Wagner, molto presente in Africa: “I soldi che coMa quella presenza sarebbe meglio posizionata e più utile se alimentata nello sviluppo del Sahel”. Parole tutt’altro che insignificanti quando si conoscono i legami tra l’esercito algerino e la Russia. Ma l’Algeria ha più di una carta in gioco: e non dobbiamo mai dimenticare che ha sempre saputo monetizzare i suoi interessi petroliferi e di gas con le grandi compagnie americane del settore. Come gli ricorda Tebboune–uguale: l’Algeria è un paese non allineato. E ha anche in programma di venire a Parigi nei prossimi mesi come parte di una visita di Stato. Un primo sdoganamento da tanto tempo per l’Eliseo in campo internazionale.
Marc Endeweld