Ufficialmente retrocessa lunedì in Serie B dopo la 27esima sconfitta stagionale, la Sampdoria si prepara a un esercizio disastroso su tutti i fronti. Il suo futuro è più che mai incerto perché il club genovese rischia il fallimento.
Il contraccolpo è particolarmente doloroso. Un anno dopo che il Genoa ha festeggiato la retrocessione, i tifosi blucerchiati hanno visto i loro rivali promossi in Serie A, due giorni prima che il loro club fosse ufficialmente retrocesso. La sconfitta contro l’Udinese (0-2) di lunedì 27 del campionato di Serie A ha seppellito definitivamente le ultime speranze di retrocessione della Sampdoria.
Una stagione disastrosa in campo
Dopo appena 8 giorni senza vittorie sul cronometro (2 pareggi, 6 sconfitte), l’allenatore Marco Giampaolo è stato esonerato dal suo incarico al termine di un mandato durato meno di un anno. L’ex stella della Serie A Dejan Sjankovic è stato nominato suo successore. Il record non è molto migliore con 3 piccole vittorie cumulative in campionato fino a questa 34a giornata.
Peggior attacco (20 gol segnati) e peggior difesa (61 gol subiti) in Italia, la Samp avrà subito battute d’arresto particolarmente violente, contro la Salernitana (0-4), il Monza (0-3) o addirittura la Fiorentina (0-5). Il Doria, tornato nella massima serie dieci anni fa dopo un anno in Serie B, potrebbe dover attendere ancora prima di tornare in Serie A vista una situazione finanziaria molto delicata. I finalisti della Champions League 1992 ei campioni d’Italia 1991 non sono nemmeno sicuri di riprendersi da questa caotica stagione.
Alla Sampdoria restano quattro giorni per evitare di battere alcuni tristi record di Serie A: più sconfitte (29 per il Benevento nel 2017-2018), meno punti (18 per il Pescara nel 2016-2017) o gol segnati (24 per Treviso). 2005-2006 e Cesena 2011-2012).
Figure rosse, acquirente atteso
Tutto è iniziato nel 2014 quando Edorado Garrone ha venduto gratuitamente il club fortemente indebitato a Massimo Ferrero. Il burrascoso produttore cinematografico, condannato per congelamento dei pagamenti qualche mese prima, non riesce a rassicurare la Sampdoria e deve dimettersi definitivamente dalla carica di presidente nel dicembre 2021 per bancarotta fraudolenta. Era stato temporaneamente rimosso dalla presidenza quattro anni prima in seguito al crollo della compagnia aerea Livingston di sua proprietà.
In questa stagione, nuove difficoltà finanziarie hanno portato in particolare a stipendi non pagati. Solidarietà, i giocatori hanno accettato di essere pagati a turni, uno sforzo che ha indubbiamente permesso di evitare una detrazione di punti a febbraio. Ferrero è ancora proprietario del club ed è desideroso di venderlo poiché il debito è ora di 150 milioni di euro.
Khalid Faleh al-Thani, un membro della famiglia reale del Qatar, è stato nominato tra i candidati all’acquisizione lo scorso settembre. Senza seguito. Massimo Zanetti, presidente della torrefazione Segrafedo, è pronto a rilevare il club, così come Alessandro Barnaba, membro del fondo di investimento Merlyn Partners, proprietario di LOSC. Di conseguenza, verrebbe esaminata un’alleanza tra i due gruppi repubblica.
Palla nuda e testa di porco, i tifosi si staccano
In una stagione turbolenta segnata anche dalla scomparsa delle leggende del club Sinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli, i tifosi Doriani hanno sfogato la loro rabbia più e più volte. Ferrero e Garrone sono stati presi di mira per la prima volta lo scorso gennaio, quando in una lettera inviata alla sede del club è stata trovata una cartuccia, insieme a un messaggio ambiguo: ‘Il primo è fittizio, il prossimo sarà vero’.
Poche settimane dopo è stata scoperta una testa di maiale, con un nuovo monito per il titolare e il suo vicepresidente, Antonio Romei. “Massimo Ferrero e Antonio Romei, le prossime teste saranno le vostre”. Una rabbia che ha ulteriormente indebolito il management, più sotto pressione che mai. Sempre dietro alla propria squadra nonostante i risultati negativi, i tifosi hanno continuato a spingere i propri giocatori, ben sapendo che non sarebbero stati loro i primi responsabili della possibile scomparsa del club.
Ci attendono diverse scadenze cruciali
Per evitare la retrocessione amministrativa in Serie D o peggio ancora il fallimento, la proprietà deve raccogliere 30 milioni di euro entro il 20 giugno per iscriversi al prossimo campionato. Entro il 30 maggio vanno raccolti 13 milioni per pagare gli stipendi del primo trimestre 2023. Una prima spada di Damocle aleggia sulla Samp: 2 punti di penalità per il mancato pagamento di questa somma per la prossima stagione di Serie B. Sempre che il club partecipi.
Entro fine maggio dovranno essere saldati anche vari debiti e trasferimenti in entrata delle passate stagioni, il cui pagamento è scaglionato, così come gli stipendi dei mesi di aprile e maggio. Una cifra complessiva che ammonterebbe a 28 milioni di euro.
“Ora abbiamo un’altra partita altrettanto importante fuori dal campo, metteremo anima e cuore nell’obiettivo di salvare la società”, ha detto lunedì sera il vicepresidente Antonio Romei all’indomani della retrocessione (…) La Sampdoria è un’eredità del calcio italiano, deve continuare ad andare avanti: faremo di tutto per non ripartire sotto la Serie B”.
“Se fallisce il piano Barnaba, la Sampdoria fallirà e andrà in Serie D”
“Forse sono usciti troppi messaggi di allarmismo, ma le cose sono molto chiare, bisogna chiudere il caso il prima possibile”, ha aggiunto. Il piano è pronto per andare in tribunale ma dobbiamo raggiungere i creditori, portando le nostre conoscenze al tavolo per convincerli a prendersi cura del debito e investire nel club. Ci stiamo lavorando quasi dall’inizio della stagione calcistica. Le notizie allarmanti possono anche aver distratto le persone che cercano di investire, ma ci sono consigli importanti”.
Edoardo Garrone, ex presidente blucerchiato, vede in Alessandro Barnaba solo una speranza. “Se il piano Barnaba fallisce, la Sampdoria fallirà e andrà in Serie D”, ha detto sulle colonne di ordine telefonico. L’azionista di maggioranza ha offerto 50 milioni di euro alla fine dello scorso anno senza ottenere il benestare del management. La ristrutturazione del debito in corso, che potrebbe essere dimezzata a 75 milioni di euro, faciliterebbe la cessione. E salvare così un mitico club di Serie A dall’abisso del calcio italiano.