Dalla fine del 2022 si è scritto molto sull’intelligenza artificiale di ChatGPT. Ci sono sostenitori e oppositori di questo strumento per porre domande e tutte le cose che puoi fare con questa IA, ma ci sono anche problemi. In Italia il governo è preoccupato per la privacy e la trasparenza di ChatGPT perché dove vanno a finire tutte le informazioni e dove vengono archiviate? Ecco perché ChatGPT è vietato in Italia, ma la Spagna lo segue con un divieto?
OpenAI ha lanciato ChatGPT nel novembre 2022 e da allora lo strumento di intelligenza artificiale ha guadagnato popolarità in tutto il mondo nonostante alcune controversie sulla privacy degli utenti e sulla protezione dei dati.
L’Italia monitora la sicurezza informatica dei propri cittadini e ha quindi imposto un blocco temporaneo “con effetto immediato” a ChatGPT per mancato rispetto della legge sulla protezione dei dati. Il regolatore italiano ha assicurato che è stata aperta un’indagine e che il blocco sarà mantenuto fino a quando il chatbot non rispetterà le regole di riservatezza.
Il regolatore ha riferito che ChatGPT ha subito una violazione dei dati dei suoi utenti il 20 marzo, rilevando nella decisione “la mancanza di informazioni di tutte le persone interessate i cui dati sono raccolti da OpenAI e, soprattutto, l’assenza di una legge fondamentale che vieti la raccolta di massa”. . e l’archiviazione di informazioni personali lo giustifica”.
L’Italia non è l’unico paese a preoccuparsi della privacy. Il sitoweb Newtral indica che le autorità di regolamentazione tedesca e francese hanno contattato l’autorità italiana per indagare su ChatGPT e determinare se debbano imporre blocchi simili a quelli imposti in Italia.
La Spagna ti segue?
In Spagna ha rilevato il sito Vozpupuli ha contattato l’Agenzia spagnola per la protezione dei dati (AEPD) per conoscere la situazione del chatbot OpenAI: “Finora, l’Agenzia non ha ricevuto reclami riguardanti ChatGPT. Tuttavia, seguiamo da vicino questi sviluppi tecnologici, che possono avere un impatto significativo sui diritti delle persone, quindi non è escluso che in futuro venga condotto uno studio su questo argomento”, afferma l’Agenzia.