L’annuncio di Acquisizione di Scopelec da parte di Circet conclude uno dei temi che ha scosso il mondo delle telecomunicazioni negli ultimi mesi. Ma fa fuori anche, con la consueta discrezione, il girone del Var che ha vinto alla sbarra del Tribunale di Commercio di Lione.
Circet è un’avventura iniziata con quel nome nel 1993. Nel 2004 è stata realizzata una prima operazione di crescita esterna. Sarà quindi un tasso sostenuto di un’acquisizione all’anno. Fino al 2008 quando il Gruppo Prothea ne diventa l’azionista di maggioranza. Fondata nel 2006, Prothea è composta da cinque imprenditori nati dall’integrazione delle reti di telecomunicazioni: Yves Vautrin, Pierre Henriey, Pascal Henné, Clément Arriau e Philippe Lamazou. Quest’ultimo guida ancora oggi Circet.
La crescita esterna, una leva “autoctona”.
L’acquisizione fa parte del gruppo con sede a Solliès-Pont nel dipartimento del Var. Parte integrante della sua storia. Perché la crescita per linee esterne sarà certamente una leva per uno sviluppo continuo, con l’acquisizione di PMI specializzate nella rete in rame per quella che allora era France Telecom, poi specializzate nella rete mobile, quando altre, per motivi geografici, si dirigono principalmente verso l’ovest di Francia. Ma il 2017 ha visto una delle svolte decisive, con ben tre acquisizioni, prima il gruppo Sister del sud-ovest, poi Capcom, azienda anch’essa specializzata nella costruzione e manutenzione di reti con sede in Ile-de-France. in Medio Oriente, Réunion e Mayotte prima di Capecom, PMI che gli permette di consolidare le sue posizioni nel Grand Est.
Un’accelerazione della crescita esterna che è una questione di corsa alla massa critica, spiega Philippe Lamazou. Una questione di dimensioni per continuare a pesare nell’universo delle telecomunicazioni. il Presidente del Circett poi spiega “che dal lancio di Free c’è stata una vera e propria cesura in termini di richiesta tecnica da parte degli operatori. La tendenza oggi è quella di offrire contratti più lunghi e di maggior volume in cambio di maggiore competitività e logica chiavi in mano “.
Ma se Circet può poi accelerare, vuol dire che ha i mezzi finanziari per farlo. Due anni prima, la modifica della struttura del capitale, con l’ingresso di CM-CIC Investissement come azionista di riferimento, ha permesso di aprire il campo delle possibilità. Il gruppo infatti si internazionalizza, prima in Marocco, poi in Germania nel 2018, davanti a Svizzera e Grecia, mentre proseguono anche le acquisizioni internazionali, in particolare nel Regno Unito e in Spagna.
ICG, i mezzi (finanziari) per crescere
Una nuova fase di accelerazione – ora a livello europeo – che porterà a un nuovo cambio dell’azionariato con l’ingresso di ICG, player globale nel private equity, a fine 2021. Prosegue infatti l’accelerazione di Circet e le operazioni di acquisizione segnate nel novembre 2021 dalla fusione con lo specialista statunitense in infrastrutture di telecomunicazioni e servizi logistici KGPCo, fusione che consente al gruppo francese di posizionarsi in Nord America e che già annuncia : Desiderio di una forte crescita organica e anche esterna.
Un anno fa, oltralpe in Italia, Circet ha acquisito l’italiana ETI CEIT (320 milioni di euro di fatturato e 1.200 dipendenti), dando vita a Circet Italia.
E se l’acquisizione di Scopelec ha catturato la notizia, Circet è stato molto attivo questo mese di dicembre 2022 in quanto ha appena completato una nuova acquisizione con la società britannica Qube, specializzata nell’installazione e manutenzione di reti domestiche.
Insomma, tanto per dire che la crescita esterna non è un esercizio nuovo per Circet, abile nell’integrare competenze, persone e competenze. Un vantaggio quando si sa che Circet non è stata la prima scelta dei dipendenti, né l’unico acquirente. Il Gruppo Var, che impiegava 15.350 persone a fine 2021, ha registrato nell’esercizio 2021 un fatturato di 2,42 miliardi di euro, di cui 1,2 miliardi di euro in Francia.