Dobbiamo riscoprire Alba de Cespédes, una scrittrice italiana che scrive della vita e delle aspirazioni di donne ingiustamente dimenticate. Gallimard continua il suo lavoro per portare alla luce questa autrice femminista e antifascista con Le Cahier Interdit, un romanzo contro la prigionia piccolo-borghese.
Elena Ferrante ha parlato di lei e il mondo sembra impazzito. Nel 2016 nel suo saggio Frantumaglial’autore di L’amico meraviglioso ha espresso la sua ammirazione per Alba de Céspedes, scrittrice italo-cubana nata a Roma nel 1911 e morta a Parigi nel 1997. Da allora, in Europa e negli Stati Uniti, stiamo riscoprendo questa personalità atipica, molto famosa ai suoi tempi e dimenticata.
A Gallimard, Julia Nannicelli, l’editore francese, vuole ancora evidenziare Céspedes de Ferrante: “È la loro unicità che sta esplodendo in tutto il mondo. Negli Stati Uniti hanno provato a far iniziare molti scrittori con Ferrante, ma lì c’è qualcos’altro. I suoi testi risuonano oggi”.
Un grande scrittore italiano
Da qualche anno Mondadori, suo storico editore, ha riportato alla ribalta Céspedes, dedicandogli un volume dei Meridiani, equivalente a una Pléiade, e pubblicandolo Dalla parte di lei, il suo grande romanzo emblematico. Fu pubblicato in Francia nel 1956 con il titolo Lei ed è stato ristampato lo scorso anno da Gallimard con scarso successo – 6.000 copie vendute – permettendoci finalmente di riscoprire questo grande scrittore italiano. Un romanzo in cui l’amore, il sesso e il desiderio vengono percepiti e restituiti da parte delle donne. È prevista un’edizione tascabile di questo romanzo già femminista, e questo mese Gallimard continua il suo lavoro di ripubblicazione dell’opera di Cespedes attraverso la pubblicazione Il taccuino proibitopubblicato in Italia nel 1952 e in Francia nel 1958.
È la storia di una donna, Valeria, che commette un delitto che travalica i confini: compra un taccuino. Il libro è costituito interamente dal diario che scrive segretamente. All’età di 43 anni, scrivere da sola le ha fatto capire che tutto nella sua vita stava andando storto.
Una stanza per te
Valeria ha sposato Michele molto giovane. I figli Mirella e Riccardo hanno vent’anni. Michele è un impiegato di banca, Valeria è una segretaria in un’azienda. Con occhio attento, Céspedes osserva questa classe media squattrinata, che vive in condizioni anguste e non si libera dal peso della tradizione. Una descrizione attenta che potrebbe avvicinarlo al neorealismo. Sabina Ciminari, docente presso il Dipartimento di Italianistica dell’Università Paul-Valéry Montpellier 3, osserva: “Come i neorealisti, la sua preoccupazione rispondeva all’esigenza di raccontare la complessa realtà di un’Italia appena cambiata e carica di promesse. Promesse che sentiva di non poter mantenere. Ma con Céspedes, la realtà che le donne percepiscono è diversa da quella degli uomini..
Non volendo che il suo quaderno venga letto da chi le sta intorno, Valeria nota che non ha nemmeno un cassetto da chiudere a chiave, figuriamoci una stanza tutta sua, e il riferimento a Virginia Woolf è chiaro potrebbe. Madre e moglie completa, Valeria si è lasciata rubare la vita. La consapevolezza di questa espropriazione costituisce il nucleo del libro. Valeria analizzerà il suo rapporto con il marito ei figli, in particolare il complesso rapporto che la porta a confrontarsi con la figlia. “L’esitazione è stata menzionata sulla quarta di copertina della prima edizione ‘tra l’accettazione di tutti i conformismi e il massimo impegno per la loro liberazione‘. Valeria fa da ponte tra la sua generazione e quella della figlia, ma le trasmette anche questa agonia‘ commenta Sabina Ciminari. Interessante anche il suo rapporto con il lavoro. Questo lavoro, che inizialmente ha intrapreso per necessità, le farà capire che lo ama perché la porta fuori casa ed è diventato l’unico posto in cui la vediamo come una donna e non come una madre. .
Un’unica traiettoria
Alba de Céspedes è stata una figura importante nella letteratura transalpina. Era di origini italo-cubane – suo padre era ambasciatore cubano a Roma – ed è cresciuta in un ambiente progressista e antifascista. A 24 anni pubblica la sua prima raccolta di racconti, l’anno successivo un romanzo bandito dal governo. fascista. Dopo la guerra, durante la quale fece parte della Resistenza, fondò una rivista letteraria e continuò a scrivere e pubblicare. Poi si è trasferita a Parigi e ha scritto il suo ultimo romanzo in francese. Senza altro luogo che la notte (Soglia, 1973).
Ma abbiamo dimenticato. Da quando ha introdotto le donne, il suo lavoro è stato classificato nella categoria “romanzi sentimentali”. “Tuttavia, i suoi romanzi erano particolarmente moderni per il loro tempo‘ commenta Giulia Nannicelli. La ripubblicazione dell’opera di Céspedes fa parte di un più ampio movimento di riscoperta delle scrittrici italiane del dopoguerra, tra cui Paola Masino e Natalia Ginzburg. Queste donne, appena uscite da una dittatura, ci sorprendono per la loro modernità, il loro radicalismo e la loro capacità di riflettere sui temi che ancora oggi ci riguardano.
Il taccuino proibito, di Alba de Céspedes. Tradotto dall’italiano da Juliette Bertrand, revisionato da Marc Lesage (Gallimard), 336 pagine, 23 euro. In libreria.