Mediaset España ha reso pubblica la sua nuova struttura dopo aver annunciato l’addio di Paolo Vasile dopo 23 anni alla guida della società. Il suo potere sarà diviso in due cifre. Alessandro Salem sarà il nuovo amministratore delegato, la stessa posizione che occuperà Massimo Musolino in relazione alle aree dirigenziali e operative. Non meno importante è la figura di Borja Prado, presidente della società, ora rafforzata con nuove funzioni esecutive e alla guida della linea editoriale delle notizie del gruppo.
La figura meno nota, sebbene di passaggio per la Spagna anni fa, è quella di Alessandro Salem, veterano mediatico della famiglia Berlusconi. Nato a Palermo nel 1962, ha lavorato in Publitalia negli anni ’80 per poi approdare in Spagna come direttore generale e poi amministratore delegato di Publiespaña.
Finora è stato direttore generale dei contenuti di Rete Televisive Italiane (RTI), le reti Mediaset in Italia, i cui programmi ruotano attorno ai tre principali canali del gruppo: Canale 5, destinato al grande pubblico; Italia 1, incentrata sui giovani; e Rete 4, rivolti a un target più maturo.
La domanda ora è se il modello Telecinco, sostenuto per due decenni da Paolo Vasile e in piena crisi di ascolti, subirà modifiche. E se sì, quanto saranno profondi? L’ancora amministratore delegato di Mediaset ha costruito una tv strutturata attorno a dirette, telegiornali, pesanti dosi di cuore e un fermo impegno per i reality, molti dei quali in onda o sono andati in onda anche in Italia. Senza andare oltre, Fratello maggiore (Grande Fratello) o Donne e uomini e viceversa (Uomini e Donne) sono due esempi di formati che sono coesistiti qua e là. La finzione, sebbene ormai a malapena presente, era il terzo passo nella strategia di Vasile. È anche sui canali italiani, dove vengono trasmesse anche le serie che sono state viste su canali concorrenti in Spagna. Il segreto del Ponte Vecchio Questo è grande albergo è finito sulle emittenti Mediaset.
Vasile è sempre stato un grande sostenitore della televisione generale e aperta con un’alta dose di intrattenimento. Di fronte a prodotti “di nicchia” che vanno sulle piattaforme, dove possono essere trasmessi prodotti “più sofisticati, più scuri, in bianco e nero o con i sottotitoli in ungherese”, ha difeso che un canale come Mediaset “aveva l’obbligo di fare cose popolari”. “. Ha parlato così, attingendo alla sua innegabile ironia, della prima di intervistequando sosteneva la necessità di realizzare serie per il grande pubblico in un momento in cui proliferavano solo prodotti più snob.
È curioso, e forse un indizio, che Alessandro Salem abbia usato quella stessa frase, “intrattenimento pop”, parlando della programmazione di Canale 5 in un’intervista che ha concesso a un medium italiano qualche anno fa. Bisognerà aspettare per scoprire qual è la sua formula per salvare un canale, Telecinco, che per anni è stato l’audience leader ma che ormai da un anno è impantanato in una profonda crisi di audience.