Bottega Veneta è di fronte a un nuovo hype?

È stato l’evento degli ultimi giorni. Nel giro di 24 ore, il marchio Bottega Veneta, parte del gruppo Kering, ha annunciato la partenza del suo direttore artistico da 17 anni Tomas Maier e l’arrivo di Daniel Lee, nome sconosciuto al grande pubblico, deriva dal fatto che il marchio italiano era in un periodo debole tra il 2015 e il 2016 e la curva di crescita dell’azienda è aumentata solo lo scorso anno. Per alcuni esperti, questo calo è legato alla mancanza di innovazione, rinnovamento creativo e spirito moderno, fattori chiave per attirare l’attenzione dei clienti giovani e assetati di moda. e lusso ultraconnesso. Bottega Veneta si è posta l’obiettivo di abbracciare questa svolta. Le redini della creazione sono nelle mani del 32enne inglese, la cui esperienza rivela un know-how estremamente desiderabile.

Diplomato alla famosa Central Saint Martins School di Londra, il giovane si è fatto un nome presso Maison Margiela e Balenciaga prima di essere nominato direttore del design prêt-à-porter da Céline nel 2012 insieme a Phoebe Philo. “Sono molto onorato ed emozionato all’idea di continuare l’eredità costruita da Bottega Veneta in questi cinque decenni, preservando i codici che definiscono l’identità della casa, l’artigianalità, la qualità e la raffinatezza. Non vedo l’ora di contribuire al suo sviluppo portando una nuova prospettiva e la mia visione della modernità”. Lo ha detto Daniel Lee in un comunicato stampa annunciando la sua nomina. Non ancora annunciata, la prima sfilata dello stilista avrà luogo tra pochi mesi, segnando l’inizio di una nuova era.

Campagna di seduzione per millennials

Il brand veneto, noto per l’artigianalità e il know-how nella realizzazione dei suoi prodotti, cambia quindi rotta per dare impulso alla sua crescita. Una strategia che ha già dato prova di sé presso Kering. In particolare, nel 2015, il brand ha aperto un nuovo capitolo di grande successo con Gucci nominando Alessandro Michele, allora giovane designer ormai sconosciuto al grande pubblico. Combinando il lusso discreto del produttore di pelletteria con i desideri di una nuova clientela, Daniel Lee potrebbe facilmente competere con altri grandi nomi del lusso come Balenciaga o Gucci. Una seduzione pensata per stuzzicare il desiderio dei millennials e fortemente voluta dai manager di Kering, che pochi giorni fa hanno annunciato gli ambiziosi obiettivi del gruppo di diventare uno dei più redditizi al mondo nel settore del lusso. Una scommessa per Daniel Lee che forse lo porterà al rango di designer di punta delle giovani generazioni come Demna Gvasalia o Alessandro Michele.

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Alberto Gabriele

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