In Italia, una delle promesse faro e antisociale fatte dal nuovo capo del governo di estrema destra Giorgia Meloni durante la campagna elettorale, ovvero l’abolizione del reddito di cittadinanza (RDC), è andata a vuoto. Per evitare una rivolta sociale, la legge è stata ufficialmente rinviata al 2024. In altre parole, potrebbe non vedere mai la luce del giorno dato l’attuale clima economico. Dalla sua introduzione nel 2019 da parte del Movimento 5 Stelle (M5S), ne hanno beneficiato circa 2,5 milioni di famiglie o circa 5 milioni di persone che percepiscono in media 580 euro al mese.
In origine, il governo formato da M5S e Lega stimava che si sarebbero dovuti sbloccare circa 3,8 miliardi di euro all’anno. Ma con la pandemia, il numero di richiedenti è raddoppiato e il budget è quasi triplicato nel 2020 e nel 2021 prima di ridursi di 2 miliardi di euro quest’anno. Inoltre, il governo ha portato cattive notizie agli specialisti dell’ottimizzazione fiscale: l’aumento del limite massimo per i pagamenti in contanti, che dovrebbe salire a 10.000 euro invece degli attuali 2.000 euro, sarà fissato a soli 5.000 euro. Non si parla più di regali elettorali come l’innalzamento dell’età minima a 1.000 euro.
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Per quanto riguarda le pensioni, il governo ha nuovamente rivisto la sua copia. Durante la campagna elettorale, la coalizione di destra ha promesso di porre fine alla riforma del 2011, che prevedeva un aumento improvviso dell’età pensionabile da 64 a 67 anni per gli uomini e 66 anni e sette mesi per le donne dal 2023. La nuova proposta era troppo alta elevando l’età pensionabile a 62 anni per tutti. Ma questa mossa ha rischiato di far arrabbiare Bruxelles e di mettere a dura prova le finanze pubbliche. Il governo italiano ha quindi deciso di agire gradualmente. nel 2024, e solo quest’anno, gli italiani di 62 anni che hanno contribuito per 141 trimestri potranno interrompere le loro attività. Ma vengono penalizzati perché devono aspettare fino a 67 anni per ricevere la pensione completa.
attenzione
Il bilancio 2023 architettato dal governo di Giorgia Meloni non rispecchia le promesse fatte dalla musa dell’estrema destra e dai suoi due alleati, Matteo Salvini della Lega e Silvio Berlusconi, durante la campagna elettorale dello scorso settembre. Ma Giorgia Meloni in realtà non ha avuto scelta. Da quando è salito al potere, i mercati finanziari sono in agguato e la Commissione europea ha moltiplicato le sue raccomandazioni. Inoltre, c’è una dolorosa mancanza di fondi e il tempo è essenziale, perché la recessione è già all’orizzonte, come ha dichiarato la stessa Giorgia Meloni presentando il suo budget. Tuttavia, a differenza dei suoi due alleati, che sono pronti ad aumentare ulteriormente il debito pubblico stimato lo scorso giugno a 2.690 miliardi di euro, ovvero circa il 150% del PIL, il rapporto più alto nell’eurozona dopo la Grecia, il volto di estrema destra vuole agire con cautela .
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Dopo essere entrata nella storia come prima donna presidente del Consiglio italiano dalla proclamazione della repubblica nel 1946, Giorgia Meloni non ha intenzione di scomparire. Almeno non ancora. Il suo obiettivo dichiarato è restare al potere per i prossimi cinque anni, la durata della legislatura. Che sarebbe un vero record se la durata media dei 66 governi che si sono succeduti negli ultimi 75 anni fosse stata inferiore a un anno e mezzo. Unica eccezione: i due governi che Silvio Berlusconi ha formato negli anni 2000 e che sono durati tre anni. Ma l’avventura politica del miliardario finì male nel 2011. Accusato di aver messo in pericolo l’equilibrio dell’unione economica e monetaria mandando in bancarotta la terza economia dell’Eurozona, Silvio Berlusconi è stato costretto a dimettersi.
Prime tensioni
Giorgia Meloni ha imparato la lezione e preferisce fare piccoli passi a rischio di far arrabbiare il suo elettorato. Ha quindi annunciato un’estensione del congedo di maternità e riforme temporanee del sistema pensionistico in attesa che dal 2024 parta un grande progetto. Ma anche un aiuto alle imprese e alle famiglie per far fronte alla crisi energetica e una riduzione del carico fiscale del 2% per le imprese e le famiglie i cui stipendi non superano i 35.000 euro annui e del 3% per i redditi inferiori ai 20.000 euro.
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Resta da vedere se ciò rassicurerà gli italiani, che hanno votato per il suo partito in nome del cambiamento e di un rapido miglioramento delle loro condizioni di vita. L’inflazione ha toccato l’11,5% all’inizio di novembre. La scorsa settimana, in vista dell’uscita della bozza di bilancio 2023, il 48% degli italiani ha dichiarato di fidarsi di Giorgia Meloni. L’annuncio dell’abolizione del reddito di cittadinanza dal 2024, con intanto l’inasprimento delle condizioni per percepirlo e mantenerlo, ha già fatto infuriare parte della popolazione, in particolare nel sud del Paese, dove risiede la maggior parte dei beneficiari. I Democratici, il M5S e i centristi del Terzo Polo (“il terzo polo”) stanno già mobilitando le loro truppe per le manifestazioni previste per metà dicembre. I sindacati, dal canto loro, denunciano un bilancio “Basato su un po’ di tutto e un po’ di niente”. L’inverno si preannuncia difficile in Italia.